Garcia è già un caso a Napoli: l’allenatore finisce sotto attacco, primi problemi per i campioni d’Italia
La pazienza è la virtù dei forti. Almeno così si dice. Evidentemente tra gli analisti, i narratori, gli opinion leader del mondo del calcio, di personalità davvero forti ce ne sono poche.
La pazienza è infatti davvero rara quando si parla di pallone, mondo frenetico e sempre più veloce, in cui tutti si sentono in diritto di esprimere un parere non subito dopo i fatti, ma spesso ancora prima che questi accadano.
Capita così che il nuovo allenatore del Napoli, Rudi Garcia, finisca sotto attacco da parte della critica praticamente a stagione appena iniziata. Dopo sole due partite del suo Napoli, in molti si sentono già in grado di poter esprimere un giudizio definitivo, e qualcuno addirittura si è spinto a emettere una previsione che sa di vera sentenza. Ovviamente, andando contro il nuovo tecnico, reo di aver già iniziato a ‘rompere il giocattolo’ creato dal geniale Spalletti.
La corsa alle differenze è partita da tempo. In queste prime due giornate, obiettivamente poco interessanti per i tifosi azzurri, visto il livello non altissimo delle rivali e il risultato per certi versi scontato, chi segue la squadra campione d’Italia si è soffermato soprattutto sulla ricerca di ciò che distanzia il Napoli attuale da quello dello scorso anno. E in molti hanno evidenziato divergenze davvero clamorose.
Lanci lunghi a non finire, baricentro spostato verso il basso, squadra lunga e ossessionata dalle verticalizzazioni, rinuncia quasi totale al possesso palla, e altre amenità del genere sono venute a galla sulle pagine anche di importanti testate sportive.
Analisi basate per lo più sulle sensazioni, e poco altro. Come quelle fatte nel corso dei suoi interventi alla Bobo TV da Antonio Cassano, uno dei grandi opinionisti del mondo del calcio, un personaggio che, con le sue dichiarazioni, fa spesso rumore, nel bene o nel male.
L’ex Fantantonio non è stato infatti tenero nei confronti dell’allenatore francese e, oltre a lanciarsi in una previsione molto azzardata (“il Napoli faticherà a entrare nelle prime quattro“), si è spinto a puntare il dito contro il tecnico attaccandolo duramente sul piano tattico.
C’è un giocatore che più di tutti è stato esaltato dal biennio spallettiano, un calciatore ai margini, quasi completamente rottamato da Gattuso, d’improvviso riscoperto e rivitalizzato dall’allenatore di Certaldo. Il riferimento è a Stanislav Lobotka, il motore mobile di un Napoli gagliardo nella prima stagione di Spalletti, inarrestabile nella seconda.
Molto del gioco azzurro si è basato fino allo scorso anno sul metronomo slovacco. Le cose però, in queste prime due partite, sono andate diversamente secondo Cassano. Garcia avrebbe infatti imposto alla squadra il lancio lungo, scavalcando inevitabilmente il centrocampo. E in questo modo avrebbe tolto centralità al buon Stan.
“Lobotka viene scavalcato sistematicamente. Quando uno arriva dopo che un altro ha fatto bene, vuole far vedere di metterci qualcosa di suo, ma così si possono fare danni“, ha sentenziato Cassano, evidentemente poco convinto dal Napoli di Garcia nelle prime due uscite stagionali. Ma stanno davvero così le cose?
In un certo senso a dar ragione all’ex attaccante ci ha pensato Rrahmani. In questi giorni il difensore azzurro ha infatti confermato che il tecnico chiede alla squadra di evitare rischi in fase d’uscita quando il pressing avversario sale, preferendo un lancio lungo ben calibrato a un passaggio corto in più.
Questo però non vuol dire che Lobotka sia sparito dal gioco del Napoli. E non lo dicono i pareri, ma i numeri, freddi, glaciali, inattaccabili. Gli unici che non mentono mai (o quasi). Nelle prime due partite, Lobotka ha effettuato rispettivamente 60 passaggi (uno sbagliato) e 81 passaggi (5 sbagliati). Rispetto al passato ha utilizzato anche il lancio lungo, la sventagliata, in particolar modo verso destra, cosa raramente vista sotto la guida di Spalletti.
Tornando allo scorso anno, la partita con più passaggi effettuati dallo slovacco è quella con la Salernitana all’Arechi: 92, di cui 4 sbagliati. Seguono le gare interne con l’Inter (91, 5 sbagliati), e con l’Atalanta (90, 3 sbagliati).
Contro il Monza in trasferta, ad esempio, pur giocando 80 minuti effettuò solo 35 passaggi, venendo quasi sistematicamente scavalcato dalla squadra, in una delle giornate di maggior difficoltà per gli azzurri. Ma anche in due gare memorabili dello scorso anno, le trasferte di Roma con i giallorossi e di Torino con i granata, i numeri non furono molto differenti: rispettivamente 42 e 43 passaggi effettuati.
Insomma, fino ad ora di prove evidenti di un Lobotka fuori dal gioco del Napoli non ce ne sono. Si tratta più che altro di suggestioni e di prese di posizione basate su sensazioni personali che finiscono per essere tramutate in fatti, e per diventare quindi oggetto di dibattito. La verità, forse, è che molti sono scettici sul lavoro di Rudi Garcia. Starà a lui dimostrare, con l’aiuto dei suoi ragazzi, che sbagliano a sottovalutare le sue capacità.
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