Un tifoso del Napoli è stato vittima di una vergognosa aggressione al termine del match contro il Frosinone: ecco il suo racconto
Buona la prima per il nuovo Napoli di Rudi Garcia. Gli azzurri hanno avuto la meglio sul Frosinone per 3-1 rimontando lo svantaggio iniziale e mettendo in mostra un Victor Osimhen in grande spolvero.
Il nigeriano con una doppietta ha spento le velleità dei frusinati di uscire dal ‘Benito Stirpe‘ con almeno un punto lanciando così la propria autorevole candidatura per il bis del titolo di capocannoniere conquistato nella scorsa trionfale stagione.
A parte qualche sbavatura in difesa, gli azzurri hanno sciorinato una performance convincente che ha fatto felici i tanti tifosi che hanno riempito il settore dedicato agli ospiti dello stadio del Frosinone.
Un’altra bella giornata di sport, dunque, per i tifosi del Napoli tranne che per un 19enne, vittima di una vergognosa aggressione da parte di sedicenti supporter gialloblù al termine del match contro il Frosinone.
Il 19enne ha affidato ai propri canali social il racconto della disavventura vissuta al termine del vittorioso esordio in campionato dei campioni d’Italia contro il Frosinone. Al termine del match il 19enne con indosso la maglia azzurra con il tricolore si dirige verso il parcheggio ignorando che per farlo avrebbe dovuto passare sotto la curva gialloblù.
Un affronto per gli pseudo-tifosi del Frosinone che iniziano a bersagliarlo di insulti per poi passare alle vie di fatto: dopo avergli intimato di togliersi la maglietta in 5/6 accerchiano il 19enne che riceve uno sputo in faccia e viene raggiunto da un pugno che lo intontisce: “Senza maglia e con la faccia sporca di sputo, con un dolore al collo e con il labbro che man mano si gonfia, mi dirigo verso l’ambulanza. Il collo mi causava dolori e, accertata con una TAC la contusione, mi dicono tenere il collare per 4 giorni”.
Comprensibili il senso di smarrimento e la frustrazione del 19enne a cui viene impedito di vivere appieno la sua passione calcistica per colpa di ‘tifosi’ che nel calcio vedono un mezzo per dare sfogo alla loro rabbia repressa.
“Gli stadi trasudano razzismo, etnico e territoriale. Le strade ad essi circostanti sono ancora piene di violenza”, il j’accuse del 19enne che, comunque, come sottolinea nel suo amaro post, non dimenticherà “l’affetto degli infermieri e soprattutto le scuse di un ragazzo con la maglietta del Frosinone che fuori l’ospedale mi ha teso la mano dopo aver saputo dell’accaduto”.
C’è, dunque, ancora la speranza di poter vivere in maniera sana il tifo per la propria squadra del cuore a patto che i club si mobilitino per “ripulire gli stadi da questa feccia che da troppo tempo li abita” dal momento che ad oggi “il tifo è uno sport pericoloso”.
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