Silvio Berlusconi e Diego Armando Maradona: ecco la frase che fece andare su tutte le furie i tifosi del Napoli
Dopo quello all’indimenticata bandiera, l’ex Direttore dell’Area sportiva, Paolo Maldini, il popolo rossonero deve fare i conti con un altro addio. Molto più doloroso perché definitivo.
Silvio Berlusconi, all’età di 86 anni, si è spento al nosocomio “San Raffaele” di Milano dove era ricoverato da quattro giorni e da dove era stato dimesso, dopo 45 giorni di degenza, di cui molti in terapia intensiva, poche settimane fa.
Scompare, dunque, il presidente più vincente nella storia del Diavolo: 29 i titoli, tra cui 8 scudetti, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, due Coppe Intercontinentali e 1 Mondiale per club, conquistati dai rossoneri sotto la sua gestione.
Unanime il cordoglio del mondo del calcio per la dipartita di Berlusconi che ha lasciato un segno indelebile anche nella storia del calcio. Cordoglio al quale si sono uniti anche i tifosi del Napoli. Sul Lungomare spuntato uno striscione, a firma Curva A, che recita “Sono un napoletano nato a Milano. Riposa in pace, Silvio!“.
Berlusconi: “Maradona non potrebbe essere inserito nel Milan”
Silvio Berlusconi, che era molto legato a Napoli tanto da venirci quando i suoi molteplici impegni glielo permettevano, amava ripetere di essere, appunto, un napoletano nato a Milano tanto da cimentarsi, accompagnato alla chitarra da Mariano Apicella, nel repertorio della canzone napoletana.
Concetto che ha ribadito solo pochi giorni fa nel tweet con cui ha celebrato come un ultras azzurro la conquista del terzo scudetto del Napoli (“Una città in festa, una città che se lo meritava, complimenti. Una città incredibile, i napoletani davvero se lo meritano e noi siamo tutti con loro. Evviva, evviva, evviva! E lo dico col cuore anche io che mi sono sempre considerato un napoletano nato a Milano. Forza Napoli!“).
Eppure c’è stato un momento in cui con sua frase Silvio Berlusconi fece andare su tutte le furie i tifosi azzurri. Correva l’anno 1988, quello della cocente delusione del sogno del secondo scudetto svanito nel rush finale proprio per mano del Milan.
Ebbene, Silvio Berlusconi, che a quell’epoca inseguendo il mito della ‘panchina lunga’ collezionava talenti anche per sottrarli alle sue dirette concorrenti, venne interpellato sulla possibilità di innestare il genio di Diego Armando Maradona in quel meccanismo perfettamente organizzato che era il Milan di Arrigo Sacchi.
“Maradona? Grande giocatore ma nel Milan non potrebbe essere inserito. Carattere difficile“, le sue parole tranchant, una vera e propria stroncatura che ovviamente fece imbestialire i tifosi azzurri. Però, a pensarci bene, Berlusconi non aveva tutti i torti: il D10S del calcio, si sa, non può andare d’accordo con il Diavolo…
Comunque, la reazione dei tifosi del Napoli a quell’ingeneroso giudizio di Berlusconi è solo l’ulteriore conferma del fatto per i napoletani il “Pibe de oro” è il corrispettivo laico di San Gennaro. Guai a toccarlo! Anche se a farlo è un napoletano nato a Milano.