E’ ancora al centro delle polemiche, Novak Djokovic. Una sua frase fa passare in secondo piano la qualificazione al terzo turno del Roland Garros
Non è mai banale, Novak Djokovic. Anzi, il fuoriclasse serbo ex numero uno del tennis mondiale e vincitore di ben 22 tornei del Grande Slam ha spesso scatenato polemiche e discussioni proprio a causa di alcune prese di posizione considerate politicamente scorrette. Per molto tempo le prime pagine dei quotidiani, sportivi e non, di tutto il mondo hanno dato grande rilievo alla sua scelta di non aderire alla campagna vaccinale anti-Covid.
Una decisione che Djokovic ha motivato come l’esercizio della libertà della scelta. “Non sono mai stato contrario ai vaccini, ma favorevole al diritto di chiunque di inocularseli o meno“. Ma questa specifica non è servita a impedire che nei suoi confronti si scatenasse una vera e propria rappresaglia da parte delle autorità di molti paesi, sia sportive che politiche.
Subito dopo la vittoria ottenuta contro il giovane americano Kovacevic, nel match valido per il primo turno del Roland Garros, Djokovic prima di lasciare il campo ha scritto su una telecamera una frase destinata a suscitare una raffica di polemiche: “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”. Il riferimento è alla crescita delle tensioni proprio nei territori al confine con la Serbia in seguito alle elezioni locali tenutesi nel nord del paese.
Djokovic, una frase scatena le polemiche: i tifosi si schierano con il fuoriclasse serbo
Per far comprendere il contenuto di questa frase, è necessario compiere un piccolo excursus di carattere storico. Nel 2008 il Kosovo annunciò unilateralmente la sua indipendenza dalla Serbia, un’indipendenza che al contrario i serbi non hanno mai riconosciuto. Il Kosovo a tutt’oggi è ancora considerata come una regione autonoma della Repubblica serba. Nel corso di questi ultimi anni le tensioni politiche non si sono mai placate. Anzi, negli ultimi giorni si è assistito a un’escalation con scontri durissimi con le forze NATO presenti in Kosovo da oltre vent’anni.
Per questo motivo la frase pronunciata dal campione serbo ha avuto un impatto mediatico non indifferente, anche se lo stesso tennista belgradese ha cercato di chiarire i termini della sua dichiarazione: “Io sono nato a Belgrado ma mio padre è kosovaro. Perciò sento il bisogno di dare il mio sostegno a loro e alla Serbia. Non so cosa porterà il futuro per il popolo serbo e per il Kosovo, ma spero nella pace prima possibile”.