Salgono le quotazioni di un ex allenatore della Roma per la panchina del Napoli: nome incredibile, tifosi senza parole.
Sarà che l’esperimento Spalletti è riuscito alla perfezione, ma a quanto pare De Laurentiis ci ha preso gusto: l’erede di mister Luciano potrebbe essere un altro ex allenatore della Roma.
Tra i mille e più nomi che in questi giorni stanno riempiendo le pagine dei quotidiani, sono salite nelle ultime ore le quotazioni di un tecnico importante ma che nella Capitale, sponda giallorossa, ha lasciato più rimpianti che emozioni. Un nome che rappresenterebbe il profilo ideale, per ADL, per tentare davvero l’assalto a quella Champions quest’anno solo ‘annusata’.
Tra i tanti tecnici che si sono avvicendati sulla panchina giallorossa in tempi recenti, ce ne sono diversi, in effetti, che potrebbero stuzzicare le fantasie del presidentissimo azzurro. Ad esempio Paulo Fonseca, profilo internazionale bistrattato a Roma ma che dal punto di vista del gioco era incredibilmente più evoluto del suo erede Mourinho. Oggi allena, con buoni risultati, il Lille. E chissà che non potrebbe essere la mossa giusta per portarsi dietro anche qualche gioiello, tipo David.
Meno percorribile, sulla carta, la strada che porta a Eusebio Di Francesco. L’ex tecnico del Sassuolo ha mostrato a sprazzi un calcio entusiasmante con i neroverdi e anche con la Roma, trascinata fino alla semifinale di Champions ormai diversi anni fa. Negli ultimi anni si è però ‘bruciato’ con avventure sfortunate a Genova, sponda Samp, e a Verona. Oggi il suo nome sarebbe molto poco spendibile per una piazza campione d’Italia.
Discorso simile per Rudi Garcia, reduce da un esonero all’Al Nassr e ormai da qualche tempo fuori dal calcio che conta. Chi avrebbe invece già potuto sedersi sulla panchina del Napoli è Vincenzo Montella, attuale tecnico dell’Adana Dermispor. È napoletano, in Italia ha già allenato, con discreti risultati, e pratica un gioco moderno ed europeo. Ma sarebbe un rischio clamoroso considerando che manca dalla Serie A ormai da quattro anni.
Esclusi da questo elenco Claudio Ranieri, oggi impegnato a Cagliari, l’ormai vintage Zdenek Zeman, tornato a Pescara per tentare di riportare gli abruzzesi nel calcio che conta, e il troppo modesto (sulla carta) Aurelio Andreazzoli, tra gli allenatori romanisti dell’ultimo decennio ne resta uno in grado di stuzzicare le fantasie del presidente partenopeo. Ed è attualmente uno dei nomi più caldi.
Profilo internazionale, profeta di un calcio moderno votato al possesso palla e di base a un 4-3-3 che non si allontanerebbe troppo da quello spallettiano (seppur con principi diversi), Luis Enrique è attualmente uno dei candidati più credibili per la panchina azzurra. Piace ad ADL, non dispiace alla piazza e ha costi alti ma tutto sommato accessibili (fino a pochi mesi fa era legato alla Spagna da un contratto da poco più di un milione a stagione).
Tuttavia, una scelta del genere non eviterebbe insidie. Lucho è un allenatore meno elastico rispetto a Spalletti, promotore di un’idea di calcio da cui non si allontana sostanzialmente mai. Ed è un’idea, per dirla tutta, che non si sposerebbe perfettamente con un centravanti dalle caratteristiche di Osimhen.
Inoltre, il suo calcio ha faticato a imporsi in Italia, nell’unica stagione in cui ha allenato, alla Roma, nel lontano 2011-12. Al termine di un’annata con più ombre che luci, la squadra giallorossa si piazzò infatti al settimo posto, fuori dalle coppe europee per la prima volta dal 1997.
Un’avventura sfortunata che ‘vendicò’ negli anni successivi a Barcellona. Per certi versi è stata questa l’unica piazza in cui è riuscito davvero a ottenere grandi risultati, vincendo tra le altre cose due campionati e una Champions League. E chiedersi perché il suo calcio sia riuscito ad attecchire maggiormente in Catalogna che nel resto del mondo sarebbe decisamente pleonastico.
Reduce dal fallimentare Mondiale in Qatar, Luis Enrique ha bisogno di rimettersi in gioco per cancellare le recenti difficoltà come commissario tecnico. Sono due a questo punto le domande da porsi: potrebbe essere il nome giusto per una piazza come Napoli? E al contrario, Napoli potrebbe rappresentare la piazza giusta per un tecnico come lui? Sarà De Laurentiis, eventualmente, a doversi dare una risposta.
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