I verdetti che aspettano tutti i tifosi della Juventus non arriveranno solo dal campo: all’orizzonte c’è lo spettro della Serie B
Sarà anche vero che questa è una stagione folkloristica in casa Juventus, come l’ha definita Massimiliano Allegri, ma intanto sta per finire senza titoli in bacheca, per il secondo anno di fila. Ma non c’è solo questo a preoccupare dirigenza, squadra e tifosi.
Al momento sul banco degli imputati c’è Allegri che dopo la serataccia di Siviglia si è ritrovato pieno di problemi e poche soluzioni per risolverli. Da una parte ci sono le sue responsabilità per un gioco mai decollato. Dall’altra però anche i molti condizionamenti extra-campo che hanno certamente condizionato l’annata bianconera.
E non è ancora finita, perché da lunedì 22 maggio si aprirà la fase più delicata per il club, il vero crocevia per capire cosa succederà in futuro. Mentre il processo presso la Procura di Torino vive i tempi della giustizia ordinaria che sono più lunghi, quella sportiva sta per mettere i suoi verdetti definitivi.
Lunedì 22 maggio è in programma l’udienza della Corte Federale d’Appello sul caso plusvalenze, ma intanto è arrivata un’altra mazzata. La Juventus ha ricevuto il deferimento da parte della Procura Federale, guidata da Giuseppe Chiné, per la manovra stipendi e i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club.
In realtà un’accelerazione improvvisa, perché alla Continassa aspettavano che la decisione sarebbe arrivata dopo il verdetto di lunedì. La Juventus è accusata di aver violato l’articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà sportiva. Quindi il club è stato deferito per responsabilità diretta e oggettiva «per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti».
Tra quelli deferiti ci sono Andrea Agnelli, all’epoca presidente della socieà, Pavel Nedved che era vicepresidente, poi i due ds Fabio Paratici e Federico Cherubini, Giovanni Manna, allora direttore sportivo della Under 23. E ancora Paolo Morganti, responsabile delle operazioni calcistiche, e Stefano Braghin, direttore sportivo del settore giovanile all’epoca.
A tutti è contestata la violazione dell’articolo 4, comma 1, del codice di giustizia sportiva, in relazione a 4 diversi filoni dell’indagine. La manovra stipendi per la stagione 2019-20, quella per la stagione successiva, i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club. In tutto un deferimento di ben 72 pagine.
Come ha reagito la Juventus? I suoi avvocati ci stanno lavorando da tempo e così l’ipotesi patteggiamento in questa seconda indagine era la più concreta, per evitare l’esclusione dalle coppe europee prima di un’eventuale decisione della Uefa, sacrificando una sola stagione.
Una mossa in realtà ancora possibile fino al momento in cui inizierà il processo, con la sentenza sportiva attesa entro il 30 giugno. In realtà però l’accordo tra le parti non c’è stato, perché la richiesta di una copiosa ammenda pecuniaria non ha convinto a fondo.
Il tema portante è quello dell’afflittività anche se le pene vanno dalla semplice ammonizione, all’ammenda, salendo fino alla penalizzazione di uno o più punti in classifica. Il rischio però è che la punizione vada a ridisegnare la classifica di questa stagione e anche della prossima.
In realtà come spiega il noto giornalista Marcello Chirico, esperto di casa Juve, il procuratore federale Chiné potrebbe usare la mano pesante, chiedendo la retrocessione della Juventus in Serie B. Uno scenario inquietante che aprirebbe un capitolo ancora più doloroso. Ma presto conosceremo tutta la verità.
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