L’addio di Spalletti sembra sempre più probabile, ma ADL si cautela con un nome da sogno: il Napoli punta in alto.
“Vi depisteremo tutti“. A questa dichiarazione laconica si aggrappano i tifosi del Napoli in queste ore. Una frase sfuggita a De Laurentiis al termine dell’ormai famigerata cena con Spalletti, quella che, secondo molte testate autorevoli, avrebbe sancito l’inevitabile divorzio.
Oggi pensare a una permanenza del tecnico di Certaldo sulla panchina azzurra appare davvero difficile. Ma ADL non è abituato a farsi trovare impreparato, e ha già nella mente un ipotetico sostituto. In particolare il presidente sembra avere un grande sogno: un nome che farebbe immediatamente dimenticare l’allenatore toscano.
D’altronde con DeLa i colpi di teatro sono sempre dietro l’angolo e nulla davvero potrebbe stupirci. Un presidente che è riuscito a convincere Ancelotti a prendere in mano il Napoli dopo l’epopea sarriana può davvero compiere ogni miracolo. Il nome dei suoi sogni, un suo vecchio pallino dal lontano 2013, appare però ad oggi davvero impossibile da conquistare.
In cima alla lista dei suoi desideri ci sarebbe Jurgen Klopp. Il tecnico tedesco è reduce dalla stagione più difficile della sua avventura al Liverpool e fin dai tempi di Dortmund è piaciuto a De Laurentiis. A rendere non percorribile questa pista non è però tanto il suo possibile volere (l’addio ai Reds è tutto meno che scontato). Ci sono invece 17 milioni di motivi che potrebbero frenare ADL da ogni tentativo di convincere l’allenatore tedesco. 17 milioni d’ingaggio, emolumenti fuori da ogni parametro per il nuovo Napoli dai conti in regola.
Se Klopp è dunque destinato a rimanere la bella suggestione di un pomeriggio primaverile, restano comunque nella lista dei papabili eredi di Spalletti molti nomi in grado di riaccendere l’entusiasmo della piazza. E tra questi uno in particolare sembrerebbe avere tutto per far sognare ancora Napoli dopo il trionfale biennio spallettiano.
Addio Spalletti: De Laurentiis porta a Napoli un allenatore da favola
Tra i papabili più difficili da raggiungere, per vari motivi, c’è anche Antonio Conte. Il tecnico salentino non solo richiede ingaggi al limite della portata azzurra, ma è anche uno degli allenatori che maggiormente pretende sul mercato. Inoltre, gioca da anni a tre, e nella rosa azzurra in questo momento troverebbe pochi giocatori in grado di adattarsi alle sue esigenze. Senza considerare, dal punto di vista “morale”, quella sua patina di juventinità che di certo non lo farebbe entrare subito nel cuore di molti tifosi partenopei.
Per gran parte del pubblico di fede azzurra il vero colpo dei sogni, in questo momento, sarebbe invece rappresentato da Roberto De Zerbi. Il tecnico del Brighton è in continua crescita, sta imponendo in Premier le sue straordinarie idee di calcio ed è oggi uno degli allenatori più appetiti sul mercato europeo. A rendere complessa questa ipotesi c’è però una clausola rescissoria da 13 milioni di euro che De Laurentiis mai accetterà di pagare, e soprattutto la sensazione che ormai l’ex Benevento e Sassuolo sia entrato in un circolo di nomi destinati solo a raggiungere nel breve futuro i top club europei, con ingaggi monstre.
Andando ad esclusione, la sensazione è che ad oggi i nomi più realistici per sostituire Spalletti siano quelli di allenatori emergenti, tecnici di talento che però non si siano ancora imposti ai vertici del calcio europeo. Un identikit che vedrebbe in prima fila nella mente di DeLa un altro suo vecchio pallino: Vincenzo Italiano. Dovesse vincere la Conference, il tecnico viola potrebbe infatti ritenere concluso il suo ciclo alla Fiorentina, e difficilmente rifiuterebbe una piazza come quella di Napoli, fresca vincitrice del tricolore e soprattutto già mentalizzata su un calcio moderno, non lontano da certi suoi concetti fondamentali.
Un’ipotesi che comunque presenta alcune difficoltà (anche la Viola si è tutelata con una sorta di clausola rescissoria), ma che sembrerebbe ricalcare, in un certo senso, quanto avvenuto nel recente passato. Sappiamo infatti che De Laurentiis si è innamorato di Italiano dai tempi dello Spezia, quando il tecnico portò i bianconeri a superare in maniera clamorosa il Napoli di Gattuso. Una storia che sembra ricalcare da vicino quell’infatuazione per Sarri, scoccata nella storica gara di Empoli vinta dalla squadra toscana contro l’allora Napoli di Benitez.
Corsi e ricorsi storici. Sono tante le similitudini tra la situazione di allora e quella attuale. Che Italiano possa trasformarsi nel “Sarri 2.0” per il Napoli? Possibile. Ma in questo caso ai tifosi non resterebbe che sperare in un epilogo della storia che possa essere differente a quello del ciclo sarriano, ancora oggi una ferita aperta che nemmeno lo scudetto è riuscita a rimarginare del tutto.