Il disastroso Kovacs è stato allontanato, ma la scelta del nuovo arbitro fa tremare i tifosi partenopei.
Mai come in questo momento storico l’arbitraggio è al centro di ogni polemica.
Ieri il Napoli si è visto annullare un goal per un fuorigioco passivo, mentre il Milan nel pomeriggio ha urlato a gran voce quello che dalla tifoseria rossonera è stato definito un vero e proprio furto.
Se la decisione di Stefano Pioli di cambiare dieci degli undici titolari dell’ultima gara non fosse stata abbastanza per non permettere ai rossoneri di portare a casa i tre punti, fra la bufera è finita anche la linea arbitrale, poi prontamente difesa da Thiago Motta nel post partita.
Un filone logico che dà continuità a quanto successo mercoledì scorso a San Siro, quando l’arbitraggio di Champions League di Kovacs è stato definito non all’altezza di una partita così importante.
Troppi errori da una parte dall’altra, con i rossoneri che chiedevano un calcio di rigore non concesso e gli azzurri che reclamavano per l’espulsione di Zambo Anguissa e l’ammonizione data al centrale coreano Kim diffidato, che salterà quindi il ritorno.
Proprio per evitare ulteriori polemiche, dopo la bocciatura da parte della Uefa al fischietto rumeno, per la gara di ritorno si è scelto di far arbitrare il top.
È stata quindi affidata a Szymon Marciniak, internazionale da undici anni che non solo quest’anno in Uefa Champions League ha già arbitrato la gara d’andata tra Porto e Inter ma il polacco, 41 anni compiuti a gennaio, ha diretto la finalissima del Mondiale 2022 giocato in Qatar, quella disputata tra Francia e Argentina.
Il precedente per i partenopei però, non sembra essere così tanto positivo. L’unica volta, infatti, in cui le strade dell’arbitro e degli azzurri si sono incrociate è capitato nel 2019.
I partenopei in Uefa Champions League ospitarono l’ottimo Salisburgo, che riuscì a strappare un pareggio grazie al calcio di rigore di un giovanissimo e sconosciuto ai più Haaland.
Una partita indimenticabile, ma non positivamente, per i tifosi partenopei: quella fu la notte dell’ammutinamento, nella quale gli azzurri confermarono il momento di crisi, con la squadra mandata in ritiro, ma che contravvenne a quanto deciso dalla società, lanciando ufficialmente l’ammutinamento contro l’allora allenatore Carlo Ancelotti.
Da lì passo il futuro del Napoli del passato, da qui passa il presente dei partenopei del futuro, con il fischietto polacco ancora protagonista, ma se stavolta dovesse andar bene i ragazzi oggi allenati da Luciano Spalletti, Haaland lo ritroverebbero solo in finale.
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