Accordo trovato e a breve ci sarà l’annuncio ufficiale, per un ritorno che difficilmente qualcuno avrebbe pensato possibile.
La stagione del Napoli non poteva esser migliore di questa a partire dalle aspettative: lo scudetto è a quattro vittorie e un pareggio e in città già preparano i festeggiamenti.
Un gruppo ben consolidato, che ha rivoluzionato la squadra nell’ultima stagione, con la consapevolezza di poter migliorare anche puntando ad una rifondazione forzata: puntare a snellire il monte-ingaggi, smantellando i capisaldi della squadra ma migliorando prestazioni e risultati era forse la cosa più difficile da fare e quello che i partenopei stanno facendo.
Se poi ci si aggiunge anche l’ottimo percorso in Champions League, che ha visto i napoletani arrivare primi in un girone di ferro con Ajax, Liverpool e Rangers, eliminando poi il Francoforte agli ottavi, strappando per la prima volta nella loro storia il pass per entrare nelle prime quattro, allora il gioco è fatto.
Odio et amo: la parabola ascendente di mister Luciano da Certaldo
Un gioco che nasce tutto dalle idee raccolte da Luciano Spalletti, il piccolo grande genietto di un Napoli che funziona.
Verticalizzazioni, pressing alto e giocate rapide, per una squadra che ha trovato nei lampi di Osimhen e nel cambio passo di Kvaratskhelia, una compagine capace di uccidere il campionato, vincendolo prima che diventasse a disposizione di tutti.
Un ciclo, quello del tecnico di Certaldo, che aveva messo le basi già nella scorsa stagione e che necessitava di tempo per esplodere completamente.
Ma si sa, la piazza di Napoli è fra le più calde in Italia e ciò porta ad un pubblico sempre molto caloroso, ma anche a poche chance quando si cade in errore.
E così già nello scorso campionato, uno striscione chiedeva a Spalletti di andarsene dopo il tracollo di Empoli, anche a costo di ridargli la panda che gli era stata rubata. Uno striscione iconico, ironico ma allo stesso tempo simbolo di quanta pressione si viva nel gestire la squadra.
Trita-allenatori Napoli: ecco un ritorno inaspettato
Carlo Ancelotti lo ha ribadito recentemente, quando ha detto che la cosa migliore che abbia fatto con il Napoli sia stata chiudere.
Non andò benissimo nemmeno a Gennaro Gattuso, che aveva la cattiveria agonistica giusta per rispecchiare esattamente il protitipo di allenatore scelto da De Laurentiis, ma che verrà sollevato dall’incarico dopo due stagioni nelle quali i partenopei non centreranno mai il piazzamento Champions, sebbene il tecnico calabrese riuscirà a vincere una Coppa Italia, in finale contro la Juventus.
Proprio per Gattuso sembra prossimo l’accordo per un ritorno in grande stile: dopo aver allenato nel 2014 l’OFI Creta, in Grecia, pare che a breve arriverà l’annuncio dell’Olympiakos.
La squadra più importante del Pireo avrebbe scelto il tecnico ex Milan e Valencia per il proseguo di una stagione che li vede al momento terzi in classifica, ma solamente a sei lunghezze dal duetto di testa composto da AEK e Panathinaikos.
Con sette gare ancora da giocare, Gennaro Gattuso sarà chiamato al miracolo, per poi, ad ogni modo, ripartire con il progetto dalla preparazione atletica estiva.