Ecco quella volta in cui Roberto Mancini ha perso la pazienza: al culmine dell’esasperazione, gli ha lanciato contro un borsone
La Nazionale guidata da Roberto Mancini ha iniziato il girone di qualificazione a Euro 2024 con una sconfitta, contro l‘Inghilterra al “Maradona” di Napoli, e una vittoria in trasferta contro Malta.
Al di là dei risultati i primi due impegni della Nazionale, che deve riscattare la mancata qualificazione alla fase finale dei Mondiali in Qatar, hanno messo a nudo la penuria di talenti eleggibili per la maglia azzurra soprattutto in attacco tanto che il Commissario tecnico ha dovuto convocare l’ex oggetto misterioso Mateo Retegui, argentino con passaporto italiano, autore di due gol in due match, per completare un reparto offensivo che doveva anche sopperire all’assenza di Ciro Immobile, out per infortunio.
Anche per questo l’ex tecnico, tra le altre, dell’Inter non ha chiuso le porte al ritorno in Nazionale dell’ex bad boy del calcio italiano, quel Mario Balotelli che sta vivendo una stagione disastrosa al Sion, in Svizzera, tra contestazioni del tifosi e prestazioni deludenti.
Mancini, la pazienza ha un limite: borsone lanciato addosso a Balotelli
Non è la prima volta che Mancini corre in soccorso di “Supermario” per il quale è una sorta di “padre putativo”: quando i loro destini si sono incrociati, il tecnico jesino ha tentato con il proverbiale metodo del “bastone e della carota” di farlo maturare, di valorizzarne il talento e di correggerne certi comportamenti poco professionali, ribattezzati dai media “balotellate“, che ne hanno condizionato la carriera ad altissimi livelli.
Un rapporto, dunque, che va oltre quello squisitamente professionale tra allenatore e giocatore ma che è quasi da fratello maggiore a minore e per questo fatto non solo di momenti esaltanti, come la storica Premier League vinta nel 2011 con il Manchester City all’ultimo match con il gol di Aguero all’ultimo respiro su assist proprio di “Supermario”, ma anche di screzi come quello rivelato dall’ex magazziniere dei Citizens, Les Chapman, nel corso del suo podcast “Ninety Three Twenty”.
Quello raccontato dall’ex magazziniere del City ha dell’incredibile e testimonia come Balotelli riuscisse a far saltare i nervi perfino a chi ha sempre creduto in lui a dispetto delle sue “balotellate”: fattosi espellere dopo neanche 20 minuti di gioco nel corso del match di Europa League contro la Dinamo Kiev, Mancini, furioso, lo rincorre negli spogliatoi inveendogli contro in italiano e mulinando le braccia come un ossesso, con Balotelli seduto in silenzio davanti al suo armadietto. Mentre sta per tornare al campo, dato che il match era ancora in corso, Mancini afferra la valigetta Louis Vuitton di Pantilimon e la scaraventa addosso a “Supermario” che con riflessi degni di un centometrista schiva abbassandosi, con la borsa che, quindi, colpisce l’armadietto dietro di lui. Insomma, come dire, tra Mancini e Balotelli non volavano gli stracci bensì i borsoni…