Va in finale di Champions e poi da le dimissioni: ecco la pazza idea che scuoterebbe la piazza.
Sono giorni tesissimi per l’Italia del calcio quelli che permettono di avvicinarci alla tre giorni europea: Juventus e Roma avranno due gare crocevia contro Sporting e Feyenoord per provare a qualificarsi in semifinale, cercando di tenere alto l’onore del nostro paese.
I capitolini, dopo due turni difficili superati, nei quali hanno dovuto vedersela con Salisburgo e Real Sociedad, sono ora capitati nella parte più agevole del tabellone.
Al contrario, la vecchia signora si è potuta considerare fortunata in precedenza, con le buone pescate di Friburgo e Nantes, ma gli è andata decisamente peggio: prima affronterà lo Sporting (che ha fatto fuori l’Arsenal, capolista di Premier), poi, in caso di passaggio del turno, sarà la volta di una fra Manchester United e Siviglia, non proprio una passeggiata di salute.
La Fiorentina, invece, tornata quest’anno in Europa dopo diversi anni di magra, ha svolto un percorso di tutto rispetto, nel quale la compagine gigliata, dopo le prime difficoltà nell’approccio (vedasi Riga e Istanbul Basaksehir) hanno centrato la quadra, iniziando a inanellare risultati positivi: la gara con il Lech Pozan vale l’ingresso fra le prime quattro squadre della Conference League e il sorteggio, va ammesso, difficilmente poteva essere più benevolo di così.
In champions, però, la situazione è più complessa
Diverso è invece il discorso relativo al percorso Champions: quasi nessuno, visti gli ultimi anni, avrebbe pensato di vedere anche solo un’italiana nelle prime otto squadre d’Europa. Le compagini nostrane, mettendo una magra figura dopo l’altra, ci avevano abituato sistematicamente a delusioni con cadenza regolare.
Invece, ad eccezione della Juventus, che nel raggruppamento di Champions ha perso anche ad Haifa, le altre hanno tutte sorpreso.
L‘Inter ha passato eroicamente un girone con Bayern e Barcellona, eliminando quest’ultimi, che poi verrano esclusi persino dall’Europa League dal Manchester United. Una volta agli scontri diretti, ha eliminato il Porto senza subire gol.
Simile è stato anche l’andamento del Milan, capace di passare da secondo (dietro al Chelsea) un girone decisamente più semplice, ma dovendo poi far fuori il Tottenham di Antonio Conte (che poco dopo rescinderà) con il medesimo parziale dei cugini.
Senza macchia e senza paura, invece, il super Napoli di Luciano Spalletti: dopo aver distrutto un gruppo tostissimo con Liverpool (vice-campione d’Europa), Rangers (vice campione dell’Europa League) e l’ottimo Ajax, agli ottavi ha asfaltato anche il Francoforte, senza nemmeno mai subire gol, guadagnandosi il quarto di finale tutto italiano contro i campioni d’Italia in carica allenati da Stefano Pioli.
Porta la squadra in finale di Champions, poi va via
Se Milan e Napoli si affronteranno ai quarti di finale, garantendo al nostro calcio un italiana in semifinale, è molto probabile anche che vedremo una squadra “azzurra” nella finalissima del 10 giugno: il tabellone ha messo a destra tutte le compagini italiche, ma l’Inter l’ha accoppiata col Benfica, che in questa stagione ha già eliminato la Juventus.
I nerazzurri, che hanno buone possibilità di passare, hanno tutte le carte in regola per farlo, nonostante una stagione non positivissima dal punto di vista dei risultati: la compagine di Inzaghi in questa Serie A ha perso la bellezza di undici gare, un numero enorme per una squadra che puntava a vincere lo scudetto e che ha messo immediatamente il mister ex Lazio sulla graticola.
Proprio Simone Inzaghi, che quest’anno ha già vinto una Supercoppa e che potrebbe aggiudicarsi persino la Coppa Italia, oltre che riconfermare il piazzamento-Champions, starebbe pensando a fine stagione di lasciare i nerazzurri, dopo averli portati in finale.
Gli accoppiamenti consentono di pensare alla possibilità di eliminare il Benfica prima e una fra Milan e Napoli poi, ma al mister non sarebbe piaciuta la mancanza di fiducia ricevuta quest’anno, in una stagione che lui reputa comunque molto positiva. L’obiettivo è quello di lasciare il posto, quindi, da eroe, dimostrando di avere la ragione dalla sua parte; una mossa che, se dovesse realmente avvenire, avrebbe del clamoroso.