Continuano ad emergere storie ed aneddoti sul tecnico che sta facendo le fortune del Napoli: Luciano Spalletti. Un episodio raccontato da sua madre ha lasciato intendere come sia Spalletti lontano dal calcio.
La sua carriera da allenatore è fatta di progettualità e applicazione. Spesso le sue squadre hanno saputo intrattenere il pubblico con lo spettacolo offerto in campo e in questo il suo Napoli sembra essere la massima espressione di ciò.
La sua prima stagione in azzurro, tutto sommato positiva ma macchiata dall’aver perso il guizzo nel momento in cui le milanesi frenavano, non aveva convinto appieno i tifosi partenopei. Dopo le grandi cessioni dell’ultima estate, inoltre, in pochi scommettevano su questo Napoli. Luciano Spalletti è stato straordinario nel plasmare la squadra e dargli una mentalità affamata e vincente.
Nei suoi principi da tecnico, la corsa, il sacrificio ma anche la fantasia, sono parti fondamentali. La massima espressione del gioco Spallettiano, infatti, è quando la squadra si comporta da unica entità rimanendo compatta ed equilibrata sia nell’attaccare, ma soprattutto, nel difendere. Spalletti, però, è un allenatore che predilige dare espressione all’estro ed è per questo che uno come Khvicha Kvaratskhelia è reso libero di attaccare la corsia o accentrarsi alla ricerca della soluzione personale.
La vita di Luciano Spalletti, però, non si consuma solo dentro ad un campo da calcio. Il tecnico del Napoli è un uomo molto legato alla famiglia. Un episodio raccontato dalla madre qualche anno fa a La Gazzetta dello Sport, rende l’idea di quanto sia importante per lui la sua famiglia. Ecco le parole della madre: “Luciano da Francoforte guarderà se sono sveglia, se ho fatto colazione e poi mi chiamerà. Mio figlio ha voluto installare delle telecamere in casa mia. E mi spia. Non mi piace questa cosa ma ho dovuto accettarla“.
L’applicazione al lavoro e nella famiglia di un uomo come Luciano Spalletti è sempre tanta e totalizzante. Il tecnico crea spesso ambienti familiari nelle squadre in cui allena in modo tale che ogni calciatore possa rendere al meglio. Ne sa qualcosa Stanislav Lobotka, passato da partente a uomo cardine del Napoli.
Prima dell’arrivo di Spalletti, infatti, lo slovacco era ai margini del progetto e in quella posizione veniva spesso preferito Diego Demme. Adesso la sorte dei due centrocampisti centrali sembra essersi invertita con Demme finito ai margini e Lobotka divenuto faro dei partenopei. Anche calciatori come Osimhen, Di Lorenzo, Rrahmani e Mario Rui hanno beneficiato dell’arrivo del mister di Certaldo e, insieme a lui, stanno costruendo le basi per un futuro luminoso per il Napoli.
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