Il calciatore, uno dei pilastri del Napoli 2.0 di Spalletti, dovrà di nuovo sottoporsi a un intervento medico: ecco il motivo.
I difensori non sanno come marcarlo, trattenerlo, mentre lui come una scheggia riesce sempre e comunque a correre con la palla tra i piedi e infine a battere il portiere con conclusioni letali.
La sua crescita fa ben capire il lavoro certosino che Spalletti ha compiuto nell’ultimo anno e mezzo. Su di lui si è concentrato particolarmente perché ha ben capito che è un atleta speciale e in grado di fare cose impossibili, che pochi riescono a replicare nell’attuale scenario internazionale dove ormai gli attaccanti cercano in tutti i modi di assomigliare a Erling Haaland. Ma se vogliamo dirla tutta, lui è diverso dal norvegese nonostante condivida la medesima voglia di spaccare la porta a suon di reti.
Napoli, la crescita di Osimhen è clamorosa
Riprendendo il filo espresso poc’anzi, Osimhen è un attaccante diverso perché fa dell’agilità e della forza nelle gambe le sue armi migliori. Non è solo un finalizzatore, un carro armato pronto a sparare addosso al portiere, ma un centravanti che accorcia e aiuta il centrocampo e, all’occorrenza, la difesa nei momenti più critici della partita. Non è un caso che recentemente mister Spalletti, sul suo profilo Instagram, abbia condiviso una delle scene clou della vittoria di Sassuolo.
Kvaratatskhelia sbaglia, clamorosamente, un calcio d’angolo e permette ai neroverdi di partire in contropiede. Si vedono Elmas, lo stesso Kvara e anche Osimhen tornare in difesa con lo scopo di evitare l’assalto del Sassuolo: in particolare il nigeriano compie una corsa di incredibile fattura che aiuta non poco l’intervento prima di Elmas e poi di Anguissa, trasformatisi entrambi in eccellenti difensori.
Questo episodio, di cui Spalletti è giustamente orgoglioso, è la summa della voglia di Osimhen di prendersi in mano questo Napoli sfavillante.
Napoli, ecco perché Osimhen dovrà sottoporsi a una nuova operazione
Quella maschera che Osimhen porta sul volto ormai da più di un anno, come molti tifosi azzurri ricorderanno, fu il frutto dello scellerato intervento di Milan Skriniar sul nigeriano. Gli costò un’operazione chirurgica molto delicata poiché coinvolse la zona tra l’occhio e lo zigomo. Fu un intervento carico di ansia, ma nonostante tutto Osimhen ne uscì più forte di prima. A dirlo è lo stesso medico che operò l’attaccante nigeriano, Gianpaolo Tartaro, direttore della Struttura operativa complessa di chirurgia maxillo-facciale della Vanvitelli.
A Il Mattino ha svelato alcuni retroscena legati all’intervento: “Fu un intervento delicato. Ci aiutò l’esperienza in sala operatoria per evitare di toccare nervi e arterie. E fu preziosa anche la totale disponibilità del paziente. Si mise nelle nostre mani senza fare tante domande sull’intervento e sui tempi di recupero. Disse solo: “Dottore, io devo giocare”. Il suo carattere si vede in campo, d’altra parte..”
Poi annuncia: “Prima o poi si dovrà pensare di togliere placche e viti che furono applicate dopo il grave incidente. Ci ritenemmo soddisfatti anche per un altro aspetto: non aver lasciato alcuna cicatrice esterna“.