Il luogo di culto calcistico per eccellenza nel corso degli anni è diventato una meta di pellegrinaggio. Oggi, a distanza di due anni dalla morte di Diego, lo è ancora di più.
Esistono luoghi nei quali nasce una storia, non una storia qualunque ma il percorso di un eroe che, tirando i calci a una palla, ha cambiato le sorti di milioni di persone. Non un politico, nemmeno un comandante: un semplice calciatore che ha fatto sognare i popoli del sud del mondo.
Oggi, nonostante non ci sia più, continua a suscitare un fascino talmente elevato da risultare indecifrabile. Del resto la storia di Diego Armando Maradona è stata così: leggendaria fin dai primi istanti.
Villa Fiorito, la casa di Diego come meta di pellegrinaggio
Impossibile non definirla come tale. Una vera e propria meta per coloro i quali adorano il mondo del calcio, ma anche il passato di Diego. Un passato molto difficile e segnato da una povertà quasi assoluta che tuttavia non gli ha mai tolto il sorriso e l’amore per il calcio. Fu infatti suo cugino Beto che a Villa Fiorito gli regalò una piccola palla di cuoio.
Con mamma Dalma e papà Diego, il piccolo e futuro campione si dilettava facendo giocate impossibili con qualunque oggetto e immaginandosi con la maglia dell’Argentina, come rivelò in quella famossima intervista che fece a un reporter argentino intento a conoscere meglio quel bambino prodigio.
Villa Fiorito, un patrimonio del calcio
Il presidente Alberto Fernandez in persona, un anno dopo circa la morte del Pibe de Oro annunciò al paese sudamericano la sua volontà di dichiarare Villa Fiorito come parte del “patrimonio nazionale argentino”, come il Tango o il sistema stradale costruito dagli Inca, il Qhapaq Ñan. Insomma, quel luogo è diventato un punto focale della storia di un paese che ne ha passate di cotte e di crude negli ultimi anni.
Il provvedimento governativo firmato dal presidente Fernandez in data 28 ottobre 2021 recita così: “Quella casa rappresentò per Diego, durante tutta la sua vita, la fedeltà alle proprie origini. Qui Diego, prima di crescere e di diventare Maradona, forgiò un amore immenso con il pallone“.
Ma non solo gli argentini, anche i napoletani non possono dimenticare il loro idolo. E nella periferia di Buenos Aires ce ne sono sempre tantissimi a visitare i luoghi in cui Diego è cresciuto.
Ecco il video:
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