L’ex difensore del Napoli Giuseppe Bruscolotti ha rilasciato un’intervista esclusiva a NCL parlando degli azzurri, di scudetto e di Maradona.
Uno dei protagonisti dello storico scudetto 1986/1987 ha parlato in esclusiva a NapoliCalcioLive e ha detto la sua sul cammino del Napoli ed alcuni dei suoi protagonisti oltre che sul mai dimenticato Diego Armando Maradona.
Il Napoli è ampiamente la squadra più chiacchierata di tutto il panorama calcistico italiano degli ultimi mesi. Gli azzurri di Luciano Spalletti stanno vivendo un vero e proprio sogno e stanno dominando in Italia ed in Europa come raramente avevano fatto nella loro storia, la vittoria per 5-1 ai danni della Juventus, rivale storica dei campani, è solo l’ultimo tassello di una stagione fin qui irripetibile e che potrebbe riportare in Campania lo scudetto.
L’ultima volta che gli azzurri riuscirono in questa impresa era la stagione 1989/90, allora fu il secondo della storia degli azzurri i quali, grazie anche a Diego Armando Maradona, avevano già vinto nel 1986/87. Uno dei volti storici del primo scudetto del Napoli fu Giuseppe Bruscolotti, difensore amatissimo dai tifosi e leggenda del club.
L’ex calciatore azzurro ha rilasciato un’intervista eslcusiva a NapoliCalcioLive in cui ha parlato della stagione dei campani, di alcuni dei suoi protagonisti e ha infine ricordato Diego Maradona.
Lei è stato un garnde difensore della storia del Napoli, chi della retroguardia di Spalletti la sta sorprendeno di più?
“Il coreano, Kim, lui mi sta sorprendendo. Col gioco di oggi è uno che conserva determinate cose che appartengono alla nostra scuola, è un difensore puntuale in copertura, copre gli spazi, all’occorrenza sa anche appoggiare il pallone. E’ un ottimo difensore.”
La vittoria sulla Juventus si può definire decisiva, o comunque un tassello importante, o manca ancora troppo tempo?
“Il Napoli adesso è padrone di se stesso. C’è ancora un girone di ritorno ed i punti in palio sono tanti, è normale che adesso sembra tutto fatto e invece no. Nonostante il distacco in classifica devono pensare, come già fanno e lo dimostrano di partita in partita perchè sono ragazzi che non è che si sono entusiasmati, si c’è l’entusiasmo giusto quando si vince, ma poi tutto rientra. Non è il pubblico di una volta che si esaltava anche in eccesso, anche la gente è cambiata, c’è l’atteggiamento giusto. C’è la gara ma il giorno dopo tutto rientra.”
A proposito dell’ambiente napoletano, c’è un ricordo che non si dimenticherà mai?
“Io, a parte nei momenti clou quando il Napoli ha vinto, credo che è molto più importante quando il Napoli aveva bisogno, certo anche oggi c’è bisogno del sostegno per i propri beniamini, ma diciamo che quando si viaggia in alta classifica è diverso da quando si lotta per non retrocedere. Nell’anno in cui ci siamo ritrovati un po’ nei bassi della classifica, io mi ricordo che lo stadio era stracolmo, c’erano 70 mila persone ogni partita in casa, la dimostrazione dell’affetto e dell’amore della gente verso questa maglia”.
Tornando a Napoli-Juve, si è discusso molto della mancata stretta di mano tra Spalletti ed Allegri, che idea si è fatto lei?
“Il calcio è fatto anche di questo, c’è anche lo sfottò alla fine no? Si parla, c’è sempre la battutina, l’ironia…Però strumentalizzare una scena del genere è pure troppo.
Ci può stare perché uno vince la partita, poi tra toscani sai lo sfottò esiste, quindi diciamo niente di che, ci può stare”.
Passando invece a Kvaratskhelia: può essere lui l’uomo copertina di questo Napoli o ne vede altri?
“Mah, ce ne sono tanti in tutti i reparti, chiaramente tra lui e Osimhen, è gente che se gli dai l’occasione non sbaglia, chiaramente in una squadra che deve vincere deve avere giocatori con un certo potenziale.
Poi scendiamo negli altri reparti, Lobotka dove lo collochiamo?
“Lui è il faro e l’anima di questa squadra. Dietro come dicevo io la coppia centrale e anche Mario Rui e Di Lorenzo, c’è una difesa mica da ridere, specialmente Mario Rui che dall’anno scorso è diventato l’assist man di questa squadra. Per vincere e fare tanti punti è chiaro che ci vuole che tutte le parti siano di un certo spessore e un certo valore. Sì è chiaro che gli attaccanti entusiasmano perché fanno gol ed il gol è tutto in una gara, però diciamo che è tutto il complesso molto molto molto buono.”
Lei è stato parte del Napoli dello scudetto, quello di Maradona: c’è un ricordo particolare che ha di Diego?
“Lui per tanti di noi e per i napoletani è sempre Diego, un orgoglio per tutta la gente che ama il calcio. Lui ci ha fatto divertire e gente come noi non lo dimenticherà mai, lui ci ha fatto vedere calcio, poi è normali che personaggi come lui sono chiacchierati, però noi dobbiamo guardare quello che ha fatto in campo, poi fuori ognuno è padrone della sua vita, tante volte si sono mischiate le cose, ma va bene è parte del personaggio. Personalmente è stato un momento molto importante perché si è riusciti a vincere dopo tanto tempo a inseguire questo traguardo. E oltre che lo scudetto mi sono trovato a giocare con il più forte giocatore del mondo, quindi puoi immaginare cosa sia stato per me, una storia veramente indelebile”.
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