Matteo Renzi si è scagliato senza messe misure contro tutti i club di Serie A: le folli dichiarazioni sono già sotto accusa.
Il noto politico toscano, ex Presidente del Consiglio, si è scagliato in maniera estremamente dura e critica nei confronti dei club di Serie A, le sue dichiarazioni riportate da Miano e Finanza fanno discutere: ecco cos’ha detto.
Quella che il calcio italiano sta vivendo negli ultimi anni è una delle crisi tecniche ed economiche più grandi mai viste prima da questa enorme “azienda”. Il mancato approdo ai Mondiali in Qatar, che hanno seguito la non partecipazione già a quelli in Russia 4 anni prima, ha definito una volta di più l’attuale pessimo stato in cui versa lo sport nazionale, aprendo ad infinite polemiche ed interrogazioni sulle potenziali soluzioni.
Ad essere ancor più grave però è la crisi in ambito economico. La pandemia, così come del resto in tutti i settori lavorativi, ha lasciato un segno pesantissimo sui conti dei club di Serie A e non solo, costringendo le società a rinunce tenciche importanti a causa del pessimo stato in cui versavano (o versano tutt’ora) le casse, portando così il campionato a perdere di interesse agli occhi di possibili investitori esteri.
L’attuale economia di alcune big del calcio italiano, ma in generale di tantissime squadre anche in categorie minori, è quindi crollata a picco, portando a debiti stratosferici ed a situazioni davvero al limiti del gestibile anche per società storiche o dagli alti capitali. A porre un accento è stat la questione Juventus e l’inchiesta Prisma, le quali hanno mostrato tutta la fragilità dell’attuale sistema.
Calcio italiano in crisi: interviene lo Stato
Le vicende che hanno coinvolto il club bianconero ed alcuni suoi ex alti dirigenti, su tutti Andrea Agnelli, presidente dimissionario del club, hanno fatto capire come l’attuale situazione economica del calcio italiano sia ai limiti dell’ingestibile e sempre più vicina ad un punto di non ritorno. Sebbene le sentenze sul caso non siano ancora arrivate, la sola presenza dell’inchiesta ha aperto tanti dubbi sulla situaione di tutti i club obbligando lo Stato ad intervenire.
Tra gli esponenti di Fratelli d’Italia, partito dell’attuale Presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni, c’è anche Claudio Lotito, presidente della Lazio e quindi anche in generale di quello che è il movimento calcistico italiano: proprio da lui è partita una proposta, poi inserita nella manovra di Governo, che è destinata a far parlare.
Si chiama decreto Salva-Calcio quello proposto oggi dal numero uno biancolceleste, una proposta tramite il quale concedere alle società di versare, a partire dal 2023, gli 889 milioni di tasse sospese durante il periodo di Pandemia in 60 rate spalmabili su 5 anni. Più di metà di questa cifra, circa 500 milioni, sono solo da parte di club di Serie A, una cifra decisamente importante che fa molto discutere.
Tra i detrattori principali di questo decreto c’è un ex Presidente del Consiglio: Matteo Renzi. La sua opinione sulla scelta del governo è stata affidata a Milano e Finanza ed è già ampiamente discussa su tutto il web.
Renzi duro sul DSC: “Una follia”
Il decreto Salva-Calcio è di certo una manovra molto complessa ed articolata, ma soprattuto è l’ennesima mano che lo Stato da al calcio, una vera e propria azienda che indubbiamente fa circolare una quantità di soldi molto importante, ma che allo stesso tempo si ritrova ad essere costantemente sotto i riflettori di tutti. Per questa ragione le critiche nei confronti del decreto sono state tantissime, tra le tante spicca proprio quella di Renzi.
Il leader di Italia Viva ha pesantemente criticato il piano proposto da Claudio Lotito, puntando il dito proprio sul diretto interessato e su Giorgia Meloni: “Regalare 890 milioni alle società di serie A è una follia firmata Lotito-Meloni: una marchetta ai presidenti di un calcio pieno di debiti”. La polemica si sposta poi proprio sui club, accusati, come si può evincere dalla precedente dichiarazione, di essere pieni di debiti e che quei soldi oggi a loro dedicati, sarebbero invece da indirizzare sui giovani e ai dilettanti, ben più in difficoltà dei colleghi professionisti. Quella di Renzi resta comunque solo la prima, o quantomeno la principale, delle tante proteste che sembrano destinate ad arrivare, chissà se questo ennesimo aiuto possa essere un monito per l’intero movimento calcistico.