I maxi recuperi concessi in Qatar potrebbero essere solo il primo passo verso una vera e propria rivoluzione nel mondo del calcio
Il Mondiale delle polemiche e dei risultati a sorpresa, ma quello in Qatar è anche il Mondiale dei minuti di recupero. Mai così tanti da quando esiste il calcio così come lo conosciamo. Ci sono casi anche piuttosto eclatanti come i quasi 30 minuti complessivi di Inghilterra-Iran o gli stessi iraniani che hanno battuto il Galles con gol al 98mo e al 101mo.
In pratica un tempo supplementare, con la durata media di ogni tempo che è diventata superiore ai 50 minuti. E con tutta probabilità dovremo abituarci a questa tendenza anche dopo il Mondiale. I campionati nazionali si stanno già dirigendo verso questa nuova impostazione e in un certo qual modo in Lega Pro sta già accadendo: sette minuti in Reggiana-Rimini e nove in Olbia-Cesena. Per ora magari è solo una moda ma da gennaio diventerà un esperimento vero e proprio.
Il maxi-recupero è una novità importante introdotta dalla Fifa nella kermesse qatariota, un passaggio soft verso la strada del tempo effettivo di gioco, il sogno malcelato dei vertici federali. Cronometro che si ferma ad ogni interruzione e partite di 90 minuti netti, o magari tempi più brevi ma tutti effettivi.
Dell’opportunità di introdurre il tempo effettivo nel calcio se ne è parlato anche durante l’evento organizzato allo Juventus Stadium di Torino, dove è intervenuto il presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha espresso le sue perplessità. “Il calcio ha un cuore che va preservato – ha dichiarato – Sono favorevole alla tecnologia ma il nostro sport non deve diventare un qualcosa di meccanico”.
C’è tanta curiosità su ciò che accadrà alla Serie A e non solo al termine del Mondiale qatariota. Resta in ogni caso improbabile la possibilità che questi cambiamenti possano avvenire già a campionato in corso, per non compromettere ancor di più una competizione che dopo la lunghissima sosta rimescolerà tutte le carte in tavola e riprenderà con sei partite in un mese dopo due mesi di stop.
E c’è anche chi propone una via intermedia, come ad esempio Walter Zenga: “Fermiamo il tempo negli ultimi dieci o 5 minuti della partita ogni volta che il pallone termina fuori” – ha dichiarato l’ex Uomo Ragno dell’Inter al Corriere dello Sport. Tempo effettivo solo negli ultimi 10 minuti di partita, per non snaturare il gioco limitando però le perdite di tempo, è questa la proposta dell’ex allenatore tra le altre di Catania e Sampdoria, il quale è scettico sugli extra-recuperi concessi ai Mondiali in Qatar: “Così si gioca di più, ma la realtà è che la qualità del prodotto non aumenta in questo modo”.
Tante idee sul tavolo, ma la strada sembra tracciata.
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