Durante l’ultima gara dell’Argentina in Qatar è successo qualcosa che non è sfuggito all’occhio attento delle telecamere: nessuno lo avrebbe mai creduto.
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, e nel calcio non siamo da meno. L’agonismo, la cattiveria sportiva, o la Garra, come viene chiamata in Sud America fanno parte del gioco almeno quanto gli schemi, i gol o le esultanze.
Certo si sa, restano comunque gesti che l’opinione pubblica non può approvare e che non possono passare inosservati, soprattutto visto chi li compie. Nel mondo moderno, dove i calciatori stessi sono più aziende viventi che semplici persone non tutto viene tollerato.
Molti di questi sportivi sono seguitissimi sui social e spesso sono idoli dei propri tifosi. Proprio per questo spesso diventano degli esempi per i ragazzi più giovani, i quali cercano in ogni modo di emulare le gesta dei propri eroi. Purtroppo però troppo spesso ci si dimentica che dentro quella divisa ci sono degli uomini e non delle macchine, ed anche i più grandi campioni possono perdere la testa come succede a noi “comuni mortali”.
Lo sa bene il buon Zinedine Zidane, il quale nel momento più importante della sua carriera ha perso letteralmente la testa, attaccando fisicamente Marco Materazzi. I tifosi italiani in quel caso non possono che averne tratto gioia, ma di certo resta una pagina nera dello sport.
Risse in campo: quando i giocatori perdono la testa
Ne abbiamo visti tantissimi di esempi, eppure ce ne stupiamo ogni volta. Si potrebbe dire che ne restiamo comunque quasi affascinati, perché in quel momento di rabbia di un qualsiasi calciatore ci sono anche i sentimenti di tutti noi che soffriamo e gioiamo per la nostra squadra del cuore.
Uno dei più famosi (in arco temporale) fu l’episodio che vide protagonisti Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic, in uno dei faccia a faccia più famosi del derby della madonnina, tanto che la scena venne riprodotta su un murales ancora famoso in città.
Quando la posta in gioco è alta i nervi rischiano di saltare e mantenere la lucidità per chi ha un carattere forte può essere più difficile che per altri. Questo è quello che è successo anche durante il match tra Argentina e Arabia Saudita, ed uno dei protagonisti era proprio Lionel Messi.
Attimi di tensione durante Argentina Arabia Saudita: rissa sfiorata ma Messi non reagisce
C’erano grandi aspettative sull’Argentina di Leo Messi e degli “italiani” Paredes e Dybala. Queste aspettative però sono state subito deluse quando con un gran goal il numero 10 dell’Arabia ha ribaltato il risultato, fissando il punteggio sull’1-2 finale.
La Pulce è finito di nuovo al centro del ciclone, le prime critiche infatti sono state mosse proprio all’ex capitano del Barcellona, colpevole di non essersi preso ancora una volta la nazionale sulle spalle.
L’attaccante ha brillato, ma sul lato del carattere potrebbe essere mancato qualcosa, come si è visto quando il giocatore arabo Al Bulayhi che ha cercato di provocare verbalmente il numero 10 dell’Albiceleste. L’attaccante del Psg è rimasto in silenzio durante le provocazioni, forse pensando di rispondere sul campo, ma così non è stato, finendo per l’appunto di nuovo sulla gogna mediatica.