Carlo Tavecchio ha parlato della sua strategia per rilanciare la nazionale italiana: i nomi di alcuni giocatori spiccano ed aprono un tema caldissimo.
L’ex presidente della FIGC ha rilasciato delle dichiarazioni in cui ha spiegato come, secondo lui, si potrebbe risollevare il movimento calcistico italiano.
Carlo Tavecchio è stato il presidente della FIGC dal 2014 al 2017, ereditando la carica da Abete per poi lasciarla dopo la clamorosa mancata qualificazione al Mondiale del 2018. Nel momento delle dimissioni ha anche chiesto ai membri del consiglio federale di fare lo stesso, ma nessuno lo ha seguito. Dopo un periodo in cui la Federazione è stata sotto la gestione del commissario Fabbricini, è subentrato l’attuale presidente Gravina.
Come noto, il suo personaggio è stato anche controverso a causa di una celebre frase pronunciata nel 2014 con l’espressione “Optì Pobà” ritenuta offensiva nei confronti dei calciatori stranieri. Inoltre, qualcuno gli ha anche attribuito una parte di colpa per la mancata partecipazione al Mondiale del 2018: in particolare, molti tifosi avrebbero voluto una separazione dal CT Ventura prima dei playoff con la Svezia.
Recentemente, Tavecchio è tornato a parlare del calcio italiano e ha avanzato delle proposte per risollevare il movimento, toccando un argomento molto caldo da sempre.
Tavecchio, ecco le sue proposte per la rinascita del calcio italiano
L’ex presidente della FIGC è intervenuto a Radio Punto Nuovo parlando della nazionale di Mancini. Tavecchio ha sottolineato quanto sia doloroso guardare un Mondiale senza Italia, proprio come è accaduto durante la sua gestione nel 2018. In entrambi i casi, gli Azzurri non sono riusciti ad ottenere la qualificazione diretta e hanno poi perso i playoff.
Subito dopo la premessa, la sua attenzione si è spostata verso quelli che potrebbero essere degli interventi volti a risollevare il calcio italiano. Tavecchio ha inizialmente sottolineato la soddisfazione nel vedere che il presidente Gravina abbia deciso di rilanciare i centri di formazione federali, ma ha anche toccato un argomento spinoso.
Il primo punto della sua proposta, infatti, riguarda il tetto al numero di giocatori stranieri presenti all’interno delle formazioni titolari. Questa la sua dichiarazione: “Va messo un tetto all’utilizzo degli stranieri in Serie A, devono esserci almeno cinque italiani in squadra”.
Secondo lui, infatti, la nazionale ha bisogno che i giocatori italiani accumulino esperienza giocando con regolarità.
Questo argomento è stato trattato più volte, ma non è mai stato approfondito del tutto in nessuna circostanza. La presenza dei giocatori stranieri è un plus per i club, che puntano alla vittoria preferendo un campione affermato e già pronto rispetto ad un giovane italiano senza esperienza. Difficilmente, dunque, si arriverà ad un tetto per il numero di stranieri.
L’esempio concreto dell’ex presidente
Tavecchio crede fortemente nella presenza di almeno sei italiani nelle formazioni titolari come mezzo per far crescere l’Italia. A supporto della sua tesi, l’ex presidente della FIGC ha voluto portare degli esempi concreti.
“Basta vedere come sia cambiata la presenza di alcuni dei nostri reparti migliori. Abbiamo sempre avuto una grande tradizione di portieri, ora in Serie A ci sono quasi solo portieri stranieri. Stesso dicasi per gli attaccanti”: questo l’esempio portato da Tavecchio, anche se Mancini, in realtà, può puntare su portieri di livello come Donnarumma, Meret o Vicario.
Il suo, comunque, è un discorso soprattutto volto al futuro: meno spazio ci sarà per gli italiani in Serie A, più la nazionale faticherà a crescere.