I ricavi di questa edizione di Champions non possono che far sorridere i conti delle società italiane che hanno intascato cifre astronomiche.
In tempi moderni le società di calcio sono diventate delle vere e proprie aziende. Cambiano i tempi e con essi è cambiato anche lo sport che abbiamo imparato ad amare. Presidenti-tifosi come lo è stato ad esempio Franco Sensi per la Roma sono ormai un lontano ricordo.
La passione ha lasciato il posto al vile denaro, e lo hanno imparato anche i tifosi italiani. Un tempo il supporter medio si limitava a tifare, mentre oggi i più “esperti” si improvvisano anche esperti di marketing e finanza.
Investitori stranieri, o in alcuni casi vere e proprie cordate sono entrati prepotentemente nel business del football europeo. I primi in ordine cronologico a vivere questo cambiamento furono i club inglesi. Nel Regno Unito infatti squadre come Manchester United e Liverpool ormai da tantissimi anni sono passate in mano a fondi americani.
Anche in Italia, seppur con netto ritardo, cominciarono ad arrivare i primi presidenti stranieri, come ad esempio è successo proprio a Roma con James Pallotta prima, e con i Friedkin poi. I ricavi dovuti alle coppe europee (Champions soprattutto) sono cominciati a diventare fondamentali per i bilanci.
Champions League: col Fair Play Finanziario diventa fondamentale
Da quando la Uefa ha deciso di introdurre il sistema del Fair Play Finanziario le coppe europee hanno cominciato a giocare un ruolo fondamentale nel futuro delle squadre. È successo spesso infatti che a seguito di una mancata qualificazione le società hanno dovuto rivedere i loro piani nel breve termine.
In questi casi per risanare i conti e compensare le mancate entrate i club sono spesso costretti a vendere i loro pezzi pregiati. Questo non ha fatto che alimentare le polemiche intorno alle squadre come il Psg che hanno dimostrato di poter trovare il modo di poter aggirare questo sistema.
Diverso invece è il discorso per le inglesi, che già solo con i ricavi dei diritti tv vedono le loro casse rimpinguarsi a sufficienza senza essere costretti a svendere i propri gioielli.
Le italiane sono tra quelle che probabilmente più soffrono i limiti imposti dalla Uefa, ed ecco che in questi casi risultati come quelli ottenuti da Napoli, Inter e Milan diventano fondamentali non solo per il movimento italiano, ma per i club in prima persona.
Champions League, il tesoretto delle italiane che si sono qualificate
La grande cavalcata del Napoli in Champions non è valsa solo la gloria. In questi giorni la Federcalcio europea verserà una parte dei premi per il percorso nella competizione. Nello specifico verranno versati 134 milioni di euro, somma che corrisponde ai bonus per le ultime tre partite del girone.
Grazie ai risultati ottenuti dunque Milan, Inter e Napoli hanno intascato in totale 14,93 milioni di euro. Napoli e Milan le squadre che hanno ottenuto di più con 5,6 milioni, mentre l’Inter “solo” 3,73.
Discorso diverso per la Juventus che viste la sconfitta con il Maccabi, Benfica e Psg non ha diritto e nessun pagamento. Grazie a questi ricavi i club partecipanti hanno così incassato tutti i premi messi a disposizione dalla Uefa finora, quindi i futuri proventi deriveranno solo da eventuali passaggi dei turni.
Questo non può che dare altre motivazioni alla squadra di Spalletti in vista degli ottavi. La sfida con il Francoforte appare certamente alla portata, ma attenzione a non sottovalutare l’avversario! Un eventuale passaggio al turno successivo andrebbe a rimpinguare ancora di più le casse societarie e potrebbe rendere ancora più roseo il futuro.