Che Carlo Ancelotti sia un vincente vi sono ormai pochi dubbi, sia da calciatore che da tecnico ha segnato un’era con il suo stile e il suo aplomb. Il racconto dell’ex calciatore su di lui ha lasciato tutti senza parole.
Ad oggi, Re Carlo è uno degli assoluti totem del calcio mondiale capace di portare quasi sempre le sue squadre alla vittoria.
Il racconto di un suo ex calciatore ha mostrato appieno quanto si dice sul conto del tecnico di Reggiolo.
Titoli su titoli, Re Carlo più in alto di tutti
Agli albori della sua carriera da allenatore, Carletto Ancelotti era definito, e si definiva, un sacchiano. La sua ossessione per la tattica e per l’organizzazione delle squadre lo aveva addirittura portato ad opporsi, con successo, all’approdo di Roberto Baggio al suo Parma. I suoi concetti di gioco non prevedevano l’estro e la fantasia. La sua grande forza, però, è stata quella di saper cambiare e saper mettere in discussione le sue ideologie.
Nel suo periodo buio alla Juventus è riuscito a mettere al centro del progetto Zinedine Zidane, troppo forte il francese per rimanere imbrigliato in dettami tattici asfissianti. Passato al Milan anche qui contribuisce all’esplodere di un giocatore meraviglioso, una forza della natura: Ricardo Kaká. Proprio con il Milan arrivano i primi pesanti successi sia in Italia ma soprattutto in Europa. Con i rossoneri conquista tre finali di Champions League vincendone due e perdendo in modo rocambolesco la leggendaria finale di Istanbul contro il Liverpool di Benitez.
Dopo la chiusura del ciclo milanista Carlo decide di lasciare l’Italia. Si susseguono esperienze più o meno fruttifere ma unite da un unico filo conduttore: le vittorie. Al Chelsea conquista il treble nazionale con le vittorie in Premier League, FA Cup e Community Shield. Trasferitosi in Francia, al Paris Saint Germain riporta la Ligue1 nella capitale dopo ben 19 anni. Dopo Parigi è la volta del Real Madrid. Con i Blancos non brilla in campionato ma riesce a far quello che nella capitale spagnola si rincorreva da ben 12 anni: la conquista della Decima. Il biennio al Real porta in dote anche la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club. Nel 2016 è il Bayern Monaco a chiamarlo per il dopo Guardiola. Con i bavaresi conquista la Bundesliga ma i risultati in Champions e il malumore dei calciatori nei confronti dei suoi metodi di lavoro lo portano all’esonero.
Dopo le parentesi poco fortunate al Napoli e all’Everton il Real Madrid decide di richiamarlo ancora una volta sulla panchina merengue. Carlo nell’anno del suo ritorno vince la sua prima Liga e la quarta Champions League, la seconda con la Casablanca. Diventa recordman di Champions vinte da allenatore e diventa anche il primo tecnico a vincere tutti e 5 i top campionati in Europa.
Il segreto di Ancelotti: la rivelazione del calciatore spiega tutto
Oltre all’immensa conoscenza calcistica, la peculiarità di Carlo Ancelotti consiste nella gestione dei suoi spogliatoi. Escludendo le particolari esperienze al Napoli e al Bayern, dove la struttura pre-esistente ha combattuto contro le metodologie del tecnico emiliano, tutte le sue esperienze in panchina sono state accomunate da un approccio diretto, rilassato e calmo.
Ancelotti, dunque, ha saputo infondere sicurezza nei suoi giocatori attraverso i suoi modi mai sopra le righe. A confermarlo è stato uno dei suoi ex calciatori. Si tratta di Joe Cole, allenato ai tempi del Chelsea, ecco l’aneddoto raccontato dall’inglese: “Quando è arrivato abbiamo fatto una cena di squadra, io sono arrivato tardi ed era rimasto solo il posto vicino ad Ancelotti. Arrivo e penso ‘oh m***a, adesso devo sedermi vicino al mister’. L’ho fatto e lui come prima cosa mi dà un bicchiere di grappa. Ho pensato fosse un test, quindi l’ho bevuta, grazie boss. E lui me ne ha versato un altro. Praticamente, abbiamo passato la notte io e Carlo a farci bicchieri di grappa. Anche quando non mi faceva giocare, io gli volevo comunque bene, era splendido per come ci trattava“.