Tre anni fa, dopo un match di Champions League contro il Salisburgo, alcuni giocatori del Napoli rifiutarono di prendere parte al ritiro imposto dalla società. Adesso emergono nuovi sviluppi sulla vicenda.
La presa di posizione di una parte dello spogliatoio azzurro costò cara a Carlo Ancelotti che poco dopo venne esonerato.
Napoli macchina perfetta, l’ammutinamento sembra lontano
Il Napoli che ha iniziato questa stagione dà sempre più la sensazione di essere una macchina quasi perfetta. Contro i Rangers è arrivato il quinto successo in cinque partite di Champions League, dove salta all’occhio il dato relativo ai gol che fa registrare 20 gol fatti e 4 subiti. In campionato nell’ultimo turno è arrivato il successo, netto e rotondo, contro il Sassuolo nel segno di Victor Osimhen, autore di una tripletta. Le vicissitudini passate nelle gestioni di Gennaro Gattuso e Carlo Ancelotti sembrano ormai vecchi e sbiaditi ricordi. Proprio durante l’avventura di Re Carlo in azzurro ci fu un episodio molto particolare e che compromise la permanenza di Ancelotti al Napoli.
Dopo un match di Champions League contro il Salisburgo parte dello spogliatoio azzurro si rifiuta di andare in ritiro, già prefissato dalla società. A capitanare i dissidenti: Dries Mertens, Kalidou Koulibaly, Allan e Lorenzo Insigne.
Caso ammutinamento: arrivano le prime sentenze
Di quei giocatori che rifiutarono la decisione della società ormai più nessuno milita nel Napoli. Nell’ultima finestra, infatti, sono andati via gli ultimi tre pilastri rimasti: Mertens, Insigne e Koulibaly. In questi giorni è arrivata, però, una prima decisione su questo caso e riguarda il brasiliano Allan.