Giovanni Simeone e suo padre Diego uniti da una particolare statistica, unica nel suo genere, e che riguarda i giocatori argentini in Champions
“Di padre in figlio” è uno degli slogan più conosciuti e apprezzati dai tifosi del Napoli. L’immagine che evoca è quella del padre che porta il figlio allo stadio, con tanto di mano poggiata sulla spalla. Una scena che si vede su molte sciarpe, bandiere e anche qualche tatuaggio. E quando si pensa a questo slogan il pensiero va anche a Giovanni Simeone e suo padre Diego. Il calcio è nel loro destino: il papà ex fortissimo centrocampista e oggi allenatore di grande livello, il figlio attaccante con una carriera in ascesa dopo qualche anno di “gavetta”.
La Champions è sempre stata la casa di papà Diego, ma dallo scorso settembre lo è diventata anche per Giovanni. Quando è arrivato a Napoli spiegava di sognare un gol in questa competizione: un tatuaggio sul braccio col simbolo della Champions glielo ricordava ogni giorno. Sogno che si è avverato subito, appena entrato in campo nella gara stravinta dal Napoli contro il Liverpool. E di gol ne sono arrivati altri tre. In totale nella fase a gironi sono 4 gol in altrettante partite. Il Napoli ne ha giocate cinque, ma in una il Cholito è rimasto in panchina.
Simeone padre e figlio: il curioso destino li unisce in Champions
Quindi un gol a partita: 4 su 4. Ma chi ci era riuscito tra gli argentini prima di lui? Il caso è davvero curioso, perché l’unico predecessore a fare questa impresa è proprio suo padre, Diego Pablo. Lui le 4 reti in 4 gare di Champions le segnò con la maglia dell’Atletico Madrid, squadra che tutt’oggi allena. L’unica differenza è che Diego Pablo era centrocampista, mentre il figlio Giovanni è attaccante. Un primato che i due festeggeranno al più presto, appena si rivedranno. E il Cholito racconterà al papà anche di come sia alta la sua media gol: contando anche il campionato ha segnato 6 gol, con una media di 1 ogni 61 minuti. Percentuale altissima, visto che Simeone è una riserva e in Serie A non è mai partito titolare.
Complessivamente, i suoi 6 gol li ha segnati in appena 367 minuti. Veniva da tre panchine di fila, ma l’attaccante non sente il peso dello scarso impiego. Viene da una stagione dove ha segnato 17 gol col Verona, senza rigori, e si è messo in gioco in un top club senza paura. Del resto il carattere lo ha ereditato dal Cholo, sui padre. 6 reti in 10 presenze e la voglia di ritagliarsi più spazio, senza fermarsi con i gol. Per avere altre cose belle da raccontarsi con il padre.