Il Napoli primo in classifica ha un’arma segreta davvero efficace: Luciano Spalletti è riuscito a crearla ed è l’aspetto più importante
Per 6 minuti di Napoli-Bologna, ovvero tra l’ingresso di Olivera e quello di Demme, tutti i 10 calciatori di movimento in campo avevano segnato almeno un gol. Una curiosità che è lo specchio del nuovo Napoli di Spalletti: complessivamente sono ben 15 gli azzurri andati a bersaglio fra campionato e Champions League. Una vera e propria cooperativa del gol, un segnale chiaro del nuovo corso azzurro varato da Spalletti.
Un dato che fa riflettere sull’importanza che il tecnico sta dando ad ogni singolo calciatore. Spalletti non mente quando parla dei titolari dei 60 minuti e quelli dei 30 minuti: insomma in questo Napoli tutti sono importanti e tutti riescono ad esprimersi al meglio. D’altronde, più volte è stato rimarcato come la possibilità dei cinque cambi a gara in corso sia determinante e coinvolga maggiormente anche chi, inizialmente, si siede in panchina.
E non è un caso che Simeone stia diventando un vero e proprio bomber di scorta; la sua rete nel big match contro il Milan è ancora viva negli occhi dei tifosi, così come quella al Liverpool in Champions League, all’esordio nella competizione.
La classifica marcatori interna la guida – neanche a dirlo – Kvaratskhelia con 7 gol, poi Raspadori, Simeone e Osimhen: 13 reti in 3, con Zielinski e Politano fermi a 4. E sembra proprio questo il segreto della rosa azzurra dopo la rivoluzione estiva: un mix di gioventù e talento dove tutti remano nella stessa direzione e ognuno lavora anche per i compagni.
Il simbolo è l’azione dell’1-3 di Cremona: Kvara potrebbe segnare ma preferisce scaricare a Lozano che la appoggia in rete e si sblocca dopo un lungo digiuno. Unità di intenti e tanto entusiasmo. Il Napoli ci crede e anche per questo clima può sognare davvero in grande.
Un’azione, peraltro, lodata da Spalletti in conferenza stampa nel postgara; più di una volta il tecnico toscano ha posto l’accento sull’importanza di essere uomo squadra, spiegando come stia lavorando in questa direzione con Kvaratskhelia.
Esemplare anche il gesto di Osimhen nella gara contro l’Ajax disputata al Maradona; il nigeriano, rientrato da un infortunio ed assetato di gol, ha preferito cedere il pallone a Kvaratskhelia in occasione del rigore – poi segnato dal georgiano. Un gesto nobilissimo, che ha mostrato ancora una volta quanta sia alta la coesione nel gruppo, forse l’arma principale e più importante in una stagione che può veramente regalare qualcosa d’importante.
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