Kvaratskhelia e il record negativo del calcio italiano: il georgiano mostra i limiti e fa iniziare il viale dei rimpianti
Il famoso “senno di poi”, si sa, rende sempre tutto più facile. “Lo avevo detto”, “lo sapevo”, “era ovvio”, “c’ero arrivato” sono le consigliere di chi dice ma non fa, di chi arriva, ma non osa, di chi capisce, ma non agisce. Arrivarci prima, invece, è tutta un’altra cosa. Nella vita come nel calcio.
Un caso eclatante? Quello di Khvicha Kvaratskhelia. 21 anni, talento purissimo e cristallino. Sino a due mesi fa, nella carta d’identità c’era scritto “giovane e sconosciuta promessa”, oggi invece alla voce Kvara si legge “uno dei migliori giocatori del campionato italiano”.
Il georgiano è piombato sul campionato italiano come un vero uragano. Sette partite e otto gol in 14 gare giocate tra campionato e coppa parlano per lui. Spunti, velocità, tecnica: in una parola tanta tanta qualità. Bravissimo il Napoli a puntare sul giocatore, investendo 10 milioni sul suo cartellino e prelevandolo dalla Dinamo Batumi.
Proprio il coraggio, e la capacità di osare degli azzurri (gli unici a puntare sul serio sul giocatore) sono state premiate, con un investimento che nei fatti grazie alle prestazioni del giocatore è già ormai quadruplicato. Un monito a tutto il calcio italiano, e a quelli del “senno di poi”.
Kvaratskhelia, tutti lo volevano, ma solo il Napoli ha rischiato
“Ma com’è possibile che solo il Napoli si sia tuffato su Kvaratskhelia?”. E’ la domanda che un po’ tutti si sono fatti vedendo le prestazioni del funambolico attaccante azzurro. In realtà, settimana dopo settimana, tramite i vari bene informati si è capito come il talento di Kvaratskhelia non era certo passato inosservato alle big del nostro campionato.
La Juventus lo ha seguito a lungo su segnalazione di Sarri, “sponsor” del giocatore che avrebbe voluto anche alla Lazio , ma con l’addio di Fabio Paratici e il cambiamento del progetto bianconero, che ha deciso di puntare su giocatori più pronti, hanno fatto saltare l’affare. Il Milan, spinto anche da Kaladze, era sulle tracce del giocatore sin dai tempi del Rubin Kazan. Gli scout lo segnalarono anche alla Fiorentina, che però decise di non affondare il colpo.
Il talento di “Kvara“, insomma, era stato certamente notato. Solo il Napoli, però, ha avuto la forza di puntarci davvero. Un vero record negativo insomma. Così tante squadre interessante, così poche disposte a rischiare. Merito agli azzurri, certo, ma anche segno dei grossi limiti del calcio italiano.
In un calcio dove i risultati contano più del progetto, e l’esperienza viene spesso messa sopra al talento, non è così facile potere prendere dei rischi così grossi. Merito, quindi, al coraggio e alla lungimiranza del Napoli, con la speranza che possa aprire nuovi spiragli per il campionato italiano. Con sempre più “l’ho fatto” e sempre meno “l’avevo detto”.