Quasi due anni fa ci lasciava uno dei personaggi più grandi della storia del calcio, e non solo, Diego Armando Maradona. Lo ha raccontato Alessandro Renica, compagno di Diego al Napoli rivelando un evento drammatico che ha colpito la sua vita.
L’ex difensore partenopeo ha svelato un retroscena fino ad ora rimasto nascosto.
L’episodio raccontato da Renica dimostra ancora una volta quanto grande fosse Maradona anche fuori dal campo.
Diego Armando Maradona, campione d’altruismo
Alessandro Renica, ex difensore del Napoli di Diego Armando Maradona, ha raccontato il Pibe de Oro a Radio Kiss Kiss Napoli svelando alcuni aneddoti e retroscena rimasti nascosti. Maradona, infatti, era un campione in campo ma, tolti gli scarpini, la sua empatia, l’amore e l’altruismo l’hanno impresso per sempre nella mente di tutti gli appassionati. Renica spiega come, in visita ad un reparto di oncologia, Diego si volse con estrema cura nei confronti dei pazienti prima di regalare la sua maglia ad un bambino in gravi condizioni di salute. Un piccolo gesto che però testimonia quanto Maradona fosse il campione della gente. Per questo l’ex compagno ha accolto con gioia la decisione del sindaco di Napoli di dedicare lo stadio all’indimenticabile fuoriclasse argentino.
Alessandro Renica racconta il gesto di Maradona: in pochi lo sapevano
Uno come Diego trascinava le sue squadre alla vittoria, a tutti i costi. Lo ha fatto con il Napoli e lo ha fatto con la sua Argentina. Ma non erano solo le vittorie che lo legavano saldamente ai suoi compagni di squadra. Maradona si faceva adorare perché uomo sincero e sempre presente nei momenti bui.
Un momento buio lo ha passato anche Alessandro Renica, come confessato a Radio Kiss Kiss Napoli, in quel caso proprio Maradona fu il primo a sostenerlo e a stargli vicino. Ecco le parole dell’ex difensore: “Persi una delle mie gemelline. Pieno di tranquillanti, mi chiamò Maradona. Mi diede forza e coraggio e alla fine tutto andò bene. Mi disse: ‘Pregherò tutti i giorni per la tua piccola e vedrai che se la caverà’. Tutto ciò che Diego diceva, si verificava. Solo da ieri riesco a parlare dopo la scomparsa di Diego. Io ed i miei compagni ci siamo prosciugati di lacrime. È dura, alle volte mi sveglio e spero che sia un incubo. Poi realizzo che è tutto vero e si riapre una ferita che non so se si ricucirà mai“.