Il Napoli continua a macinare gioco e spettacolo in uno dei momenti cruciali della stagione. Tra i leader di questo collettivo ce n’è uno in particolare, che però non gioca in campo
Superato l’ostacolo Torino, il Napoli può finalmente godersi, almeno fino alla sfida dell’Atalanta seconda classificata, il primato in solitaria. La sfida di sabato al Maradona ha confermato il grande stato di salute degli azzurri in vista del non facile mese di ottobre, dove tra Serie A e Champions League, occorrerà tirare fuori tutta la grinta possibile.
Oltre ai “soliti” Anguissa, Lobotka e Kvaratskhelia, calciatori assolutamente imprescindibili, il Napoli ha un altro leader che a differenza dei tre nomi citati non gioca in campo, ma siede in panchina. Stiamo parlando ovviamente di Luciano Spalletti che sta raccogliendo finalmente i frutti di un lavoro lungo e faticoso, che ha trasformato un Napoli prima senza una identità di gioco in una macchina perfetta. Eppure, non è il primo capolavoro del tecnico di Certaldo, anzi è l’ultimo di una grande carriera. A dirlo è il Corriere della Sera in un suo articolo dell’edizione odierna.
CorSera: “Napoli, Spalletti è il tuo leader”
Il quotidiano di Via Solferino ha dedicato al mister del Napoli Luciano Spalletti un articolo, nel quale ha elogiato il suo lavoro all’ombra del Vesuvio definendolo il vero leader degli azzurri, quello che silenziosamente, e lontano da “salotti buoni”, sta compiendo un lavoro invidiabile. “Il Napoli ce l’ha in panchina il leader. Le varie partite delle squadre di Luciano Spalletti hanno sempre lasciato tracce – afferma il Corriere – della raffinata qualità di un lavoro tattico e fisico molto serio e pignolo. Spesso sottovalutato l’uomo di Certaldo, magari anche perché poco attratto dai salotti buoni, a volte spigoloso nei rapporti, sicuramente allergico alla diplomazia”.
Ma quello del Napoli è solo l’ultimo grande capolavoro di una carriera fatta di gavetta e sudore, ma anche di qualche polemica (vedesi il caso Icardi e il rapporto complesso con Totti: “Questo Napoli è l’ultima creatura di Luciano, ma sono autentiche tesi universitarie le stagioni vissute con l’Udinese (portata fino alla Champions), la Roma (2 Coppe Italia, una Supercoppa, Totti «falso nove» e goleador implacabile) e l’Inter (Brozovic inventato regista, nerazzurri di nuovo in Champions dopo una vita, fra mille bufere, caso Icardi compreso)”.
“Gli manca solo lo Scudetto dopo che ne ha vinti due con lo Zenit. Vincerlo a Napoli gli regalerebbe la santità calcistica”, chiude il Corriere.