Maurizio de Giovanni ne ha per tutti. “Sono tutti colpevoli di silenzio”. Lo scrittore non le manda a dire sulla questione
“Lo stadio è un mondo a sé” “I cori li fanno tutti” “E’ normale…sono avversari” “Si insulta perché si teme quel giocatore” . Solitamente sono queste le banali e ingiustificabili scuse dietro cui si nascondono tutti gli atteggiamenti che esasperano il tifo a tal punto da farlo diventare un grosso problema per la società e per tutto il mondo del calcio. Razzismo, insulti, cori offensivi. Tristi realtà negli stadi italiani, che troppo spesso passano in sordina. Non bastano i tanti inviti, non bastano i tanti casi eclatanti, non bastano le sanzioni. Sono ancora troppi gli atteggiamenti poco civili rispettosi che domenica dopo domenica arrivano dagli stadi. E poco conta che, fortunatamente, insieme alle persone di poco cervello ci sia anche una maggioranza amante di un calcio pulito e di una sana rivalità sportiva che non sfoci in atteggiamenti beceri.
Tutto questo tocca particolarmente da vicino l’ambiente azzurro. I cori contro Napoli sono ancora una ingiustificabile consuetudine in molti stadi. Questo odio sta rapidamente scalando sino ad avere invaso anche Spotify, nota piattaforma di streaming musicale, dove è comparsa la traccia “Vesuvio Erutta”. Da allora è stata cancellata dalla stessa piattaforma dopo le tante lamentele, ma sono comunque comparsi nuove tracce simili, come “Odio Napoli”, che ha visto coinvolti anche alcuni tifosi del Brescia. Una situazione già denunciata da Gaetano Quagliariello, Presidente del Club Napoli Parlamento.
Della questione ha parlato anche Maurizio De Giovanni. “Il limite è stato superato da tempo” ha detto lo scrittore ai microfoni di Radio Marte. De Giovanni ha definito lo sbarco di brani razzisti su una piattaforma come Spotify “un’assurdità folcloristica”.
Lo scrittore si è duramente scagliato contro le istituzioni, colpevoli di silenzio. “Le leggi non vengono applicate” ha lamentato De Giovanni, secondo cui sia le istituzioni sportive che che quelle civili mostrerebbero una eccessiva morbidezza nell’applicare le regole. “Basterebbe interrompere la partita e far perdere a tavolino 3 reti a zero la squadra dei tifosi che hanno compiuto il gesto. Alla prima volta finirebbe tutto” ha suggerito lo scrittore.
Questo non viene fatto, “C’è un colpevole silenzio di tutti, Napoli compreso” ha lamentato De Giovanni. Lo scrittore ha detto di avere chiesto espressamente a Cristiano Giuntoli di fare qualcosa a riguardo. “Non è possibile ricevere insulti e auguri di disgrazie” ha chiarito.
Lo scrittore ha già preso posizione per conto suo, rifiutando di presentare il suo ultimo libro a Salerno dopo essere stato testimone di alcuni cori contro Napoli. Una decisione che gli ha portato addirittura minacce di morte, ma che non ha certo smosso De Giovanni, fermo sulla sua posizione: “Difendere Napoli è una medaglia”.
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