Luciano Spalletti segue la stessa linea di Simone Inzaghi e Stefano Pioli, Max Allegri invece non può: perché il Napoli è un po’ “indietro”.
Il Napoli stecca alla quarta giornata e si lascia sfuggire l’opportunità di agguantare la Roma in cima alla classifica. Le big già rincorrono la squadra di Mourinho, ma il campionato è decisamente lungo. Molto lungo.
Luciano Spalletti ha sfruttato il turno infrasettimanale per fare un po’ di turnover. Ha cambiato sei pedine rispetto alla gara contro la Fiorentina e ha stravolto anche il modulo iniziale. Insomma, ha chiesto ai suoi calciatori di cambiare pelle contro il Lecce, sperando di ottenere buone risposte.
Le risposte sono arrivate chiaramente, ma negative. Raspadori e Osimhen hanno collaborato poco e male nel primo tempo, motivo per il quale il mister ha deciso di rilevare dal campo il trequartista della Nazionale. Anche Ndombele ha dimostrato qualche difficoltà in fase di impostazione e a livello atletico: ancora non è al top. Inoltre, in mediana con Anguissa il Napoli non gira. Un’indicazione importante per il futuro.
Ma allora, Spalletti ha sbagliato a fare un turnover così massiccio? In realtà, dovremmo aspettarci un Napoli praticamente sempre diverso da qui a novembre: in due mesi, la formazione azzurra dovrà disputare 17 partite. E non sono da meno Inter, Milan e Juventus: proprio alla quarta giornata, tutti hanno fatto turnover, con risultati più o meno diversi.
Il turnover di Inter, Milan e Juventus
I colleghi italiani del Napoli in Champions League hanno sfruttato il quarto turno di campionato per vedere all’opera alcuni nuovi acquisti o giocatori che non hanno avuto molto spazio nelle giornate precedenti. A causa del Mondiale invernale e dello stop del campionato a metà novembre, tutti gli impegni saranno molto ravvicinati e non sarà possibile giocare solamente con gli stessi 12-13 calciatori. Insomma, serve avere un’intera rosa di 18-20 calciatori pronti a scendere in campo in qualsiasi momento.
Stefano Pioli, ad esempio, ha cambiato cinque interpreti dalla formazione che è scesa in campo contro il Bologna a quella che ha pareggiato contro il Sassuolo. Il Milan, in effetti, ha patito un po’ questa piccola rivoluzione e non è andata oltre lo 0-0. Discorso diverso per l’Inter di Simone Inzaghi, che veniva da una sconfitta pesante contro la Lazio. Il tecnico ha cambiato 4 calciatori, ha vinto contro la Cremonese e si prepara al derby di Milano con un entusiasmo diverso. Nessun problema con un mini turnover.
Infine, la Juventus ha affrontato lo Spezia stravolgendo il modulo iniziale. Allegri ha utilizzato il 4-3-3 e ha cambiato un paio di calciatori rispetto ai titolari scesi in campo contro la Roma. Bisogna aggiungere che il mister attualmente ha pochi cambi a disposizione a causa di numerosi infortuni. Un fattore che potrebbe incidere tra due-tre settimane e che potrebbe mettere a rischio la condizione dei singoli calciatori, stressati fisicamente dalle tante partite ravvicinate.
Turnover necessario, ma il Napoli ha bisogno di tempo
Kim, Ostigard, Olivera e Kvaratskhelia sono stati i nuovi acquisti che fino a questo momento hanno trovato pochissime difficoltà ad inserirsi. E non è un caso che proprio loro quattro hanno svolto il ritiro con il resto della squadra. Discorso diverso per Raspadori, Simeone e Ndombele, arrivati circa una settimana fa e con pochissimi allenamenti sulle gambe assieme ai nuovi compagni.
Per inserirli correttamente e integrarli nel gruppo, Spalletti ha bisogno di vederli in campo, proprio come contro il Lecce. E’ chiaro che il mister e il suo staff tecnico abbiano provato a forzare la mano cambiando sei calciatori. E visto il doppio impegno ravvicinato contro Lazio e Liverpool, sembrava il momento giusto per vedere all’opera qualche nuovo tassello con un modulo che per tutta l’estate è stato praticamente ignorato, per ovvie ragioni tattiche. Mancava il trequartista.
Al Napoli serve tempo. Serve tempo ai calciatori nuovi che devono imparare a conoscere i propri compagni; e serve tempo per ricreare un gruppo che fino all’anno scorso giocava praticamente a memoria. Come ha ricordato Spalletti nel post-partita contro il Lecce, la rosa è di livello e va utilizzata. Per ottenere risultati con un calendario così compresso serve avere tutti i giocatori a disposizione e serve un livellamento tra il Napoli A e il Napoli B. Attualmente, la differenza tra i titolarissimi e le seconde linee è ancora troppa, ma presto il gap può ridursi.