Il Napoli si prepara ad una rivoluzione che potrebbe privare la squadra in un colpo solo di tutti i suoi punti di riferimento, ma c’è un precedente legato all’Inter di Mazzarri che preoccupa
Un Napoli senza bandiere, è questo lo scenario al momento più accreditato per la prossima stagione del club azzurro. “Voglio trovare un bel club, volevo restare a Napoli ma non ho sentito nessuno per il rinnovo“. Parole e musica di Dries Mertens, che dal Belgio sanciscono un addio al Napoli ormai prossimo, con una frattura tra le parti che appare ormai insanabile.
Insieme a lui, anche Koulibaly, Zielinski, Ospina e Fabian Ruiz potrebbero subire la stessa sorte. Con il capitano Lorenzo Insigne e Faouzi Ghoulam, altri due leader riconosciuto dallo spogliatoio che sono già andati via, andrebbero così a venire meno tutti i punti di riferimento del Napoli dal dopo Benitez fino a questo momento. Un repulisti totale, che, seppur con le dovute differenze, ricorda quello attuato dall’Inter post Moratti, che ancora oggi fa venire la pelle d’oca ai tifosi nerazzurri.
Il “caso” dell’Inter di Mazzarri e quell’ottavo posto del 2014
18 maggio 2014, l’Inter di Walter Mazzarri perde in casa del Chievo Verona per 2-1 e conclude il campionato al quinto posto, raggiungendo così la qualificazione in Europa League. In quell’occasione, al Bentegodi si consuma l’ultimo saluto alla maglia nerazzurra dei senatori argentini, Cambiasso, Samuel, Milito e soprattutto il capitano Javier Zanetti, gli ultimi baluardi del Triplete insieme a Cristian Chivu (sarà addio anche per lui a fine stagione). Un cambio generazionale voluto dal nuovo proprietario indonesiano Erick Thohir e avallato dal tecnico toscano, per partire ufficialmente con un nuovo ciclo.
Durante la sessione estiva di calciomercato arriva dal Manchester United l’esperto difensore Nemanja Vidic, il terzino Dodò, il promettente centrocampista Yann M’Vila, Gary Medel e soprattutto il bomber Pablo Daniel Osvaldo. Risultato? Solo Medel riesce a ritagliarsi il suo spazio in questa Inter. Vidic si rivela un vero e proprio flop, M’Vila a causa delle tante prestazioni sottotono finisce ben presto nel dimenticatoio, Dodò lotta per tutta la stagione con vari problemi fisici, e Osvaldo a causa del suo comportamento viene ceduto dopo soli 6 mesi. Il campionato inizia malissimo per l’Inter, con poche partite di livello e tante sconfitte pesanti come quelle con Cagliari e Fiorentina.
La mancanza del cosiddetto “zoccolo duro” nei momenti di difficoltà si fa sentire, e in questo harakiri a pagare dazio è mister Mazzarri, finito nell’occhio del ciclone ed esonerato durante la sosta di novembre. Al suo posto torna sulla panchina nerazzurra Roberto Mancini, ma nonostante gli innesti a gennaio di Felipe, Santon, Brozovic, Shaqiri, Podolski e il cambio di modulo la musica non cambia, e l’Inter conclude la stagione all’ottavo posto, fuori dalle competizioni europee.
Napoli, i senatori nello spogliatoio e il pericolo rivoluzione
Il precedente dell’Inter di Thohir non è isolato, ma è ampliabile anche al Milan di Yonghong Lì con l’arrivo di Bonucci e Higuain tra gli altri e anche tante altre squadre al di fuori dell’Italia. Precedenti che devono far riflettere in casa Napoli. La storia ci ha insegnato che anche le rivoluzioni vanno fatte in maniera leggera, senza troppi scossoni, come quella della Juventus con il passaggio da Antonio Conte ad Allegri e gli addii man mano dei vari Pirlo, Pogba, Tevez ecc., che ha portato a 9 anni di dominio incontrastato in Italia. Se andassero via tutti i senatori in una sola volta, si andrebbe a creare una crisi di identità all’interno dello spogliatoio azzurro, che rischierebbe di colare a picco alle prime difficoltà, proprio come accaduto all’Inter.