De Laurentiis sta rilasciando tante dichiarazioni in queste ultime settimane, ma su di lui è stato ‘svelato’ un importante retroscena.
Dopo la rovinosa sconfitta del Napoli di Luciano Spalletti contro l’Empoli dello scorso aprile, Aurelio De Laurentiis è tornato in maniera importante sotto la luce dei riflettori. Il patron partenopeo, infatti, intervenne in prima persona un mese fa per cercare di guidare il gruppo verso il raggiungimento dell’obiettivo stagionale della qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
Da quel momento in poi, si sono susseguite varie dichiarazioni del presidente del Napoli. De Laurentiis non è stato comunque solo protagonista in conferenze stampa, ma anche in sede di calciomercato. Il club partenopeo, di fatto, ha già preso per l’anno prossimo il georgiano Kvaratskhelia e Mathias Oliveira ed, inoltre, ha anche confermato Frank Anguissa (riscattandolo dal Fulham) e Juan Jesus (rinnovandogli il contratto).
De Laurentiis è stato chiarissimo sulla strategia che sta adottando: ridurre i costi, soprattutto quello che riguarda il monte ingaggi. Il patron azzurro, infatti, ha più volte ribadito che è giunto il momento di cambiare, visto che il Milan ha dimostrato di poter vincere lo Scudetto anche con un tetto ingaggi più basso rispetto al team campano. Ma proprio sul presidente del Napoli in queste ore è stato ‘svelato’ un retroscena molto importante.
De Laurentiis vuole 2 miliardi di euro per vendere il Napoli, il Bari e la Filmauro
Il ‘Corriere dello Sport’, infatti, ha riportato delle indiscrezioni provenienti da Wall Street che Aurelio De Laurentiis, forse per provocare o meno, avrebbe richiesto ben 2 miliardi di euro per vendere il Napoli, il Bari e la Filmauro. Sempre come scritto dal quotidiano sportivo, mancano delle conferme su questo ma bisogna registrare dell’interesse.
Se il presidente dovesse aprire in futuro ad una cessione, eventuali trattative si concluderebbero velocemente: così come è successo per il Milan e la Roma. Gerry Cardinale (nuovo proprietario del team rossonero) ed i Friedkin, infatti, hanno molti punti in comune nelle loro strategie: non puntare tutto sulle infrastrutture (che comunque restano molto rilevanti) ma ottenere dei risultati positivi immediati per accrescere il brand, esplorazioni in altri settori (come la criptovaluta) ed affidare la comunicazione a società internazionali.