Il presidente Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’intervista a DAZN, in cui ha fatto una confessione che ha sorpreso tutti.
Il Napoli ha smesso di sognare di vincere lo Scudetto con la sconfitta di domenica scorsa contro l’Empoli di Andreazzoli. Gli azzurri, infatti, adesso sono a sette punti dal Milan capolista e a cinque dall’Inter seconda e devono anche guardarsi anche le spalle, visto che la Juventus dista solo un punto.
Questa è stata una settimana molto intensa per i partenopei, visto anche la presenza a Castel Volturno di Aurelio De Laurentiis. Il patron del club, infatti, ha cercare di capire da vicino i problemi che stanno affliggendo in queste ultime settimane la sua squadra, che ha totalizzato solo un punto tra Fiorentina, Roma ed Empoli.
Proprio De Laurentiis ha commentato il momento del suo Napoli in un’intervista rilasciata ai microfoni di ‘DAZN’: “Siamo partiti con 11 risultati positivi, forse, poi, ci siamo un po’ troppo focalizzati su questa partenza. Ho visto dei ragazzi perfetti e impegnati”. Il presidente ha poi fatto una ‘confessione’ che ha sorpreso un po’ tutti”.
Napoli, De Laurentiis: “Non è vero che non voglio vincere lo Scudetto”
De Laurentiis, infatti, ha così risposto all’accusa di non voler vincere lo Scudetto: “Non è vero, invece lo voglio vincere ma i miei capelli bianchi mi dicono che alla lotteria, dove partecipano in tanti, è difficile vincere. Quest’anno avremmo potuto vincerlo, ma quando è cominciata la stagione ho affermato che la priorità era arrivare tra le prime quattro in classifica, perché dovevo tornare in Champions League”.
Il patron ha poi parlato anche di Luciano Spalletti e del futuro del Bari: “Ha un contratto di due anni più un’opzione per un terzo a mio favore, che non aveva voglia di firmare ma a casa mia si fa così. Poi quando deciderà di andare via ci daremo la mano e non sarà successo nulla. Spalletti l’ho scelto nel gennaio del 2021, andai a Milano di nascosto per incontrarlo. Bari? Se ne sta interessando mio figlio Lugi, ma sarò costretto a venderlo se non dovessero cambiare le regole”.