A questo punto della stagione considerate le ultime di certo non brillanti prestazioni del Napoli la critica è praticamente scontata.
In questo momento il Napoli non vive certo il miglior momento della sua stagione. Gli addetti ai lavori da ieri provano in qualche modo a decifrare le ultime settimane della squadra, dalla vittoria a Bergamo alla sconfitta di Empoli. Cosa è cambiato da un punto all’altro, cosa è passato per la testa dei calciatori nel giro di poche settimane?
Il Napoli esce con le ossa rotte dalla trasferta di Empoli, parliamo della gara che in qualche modo avrebbe potuto in qualche modo riavvicinare gli azzurri alle prima posizioni se Inter e Milan avessero steccato i propri impegni contro Roma e Lazio, invece nulla di fatto. Il Napoli cade a Empoli e si tira di dietro, il fallimento, secondo molti di una stagione che avrebbe potuto avere ben altri risvolti.
L’opinione pubblica e la tifoseria partenopea scatenati più che mai in queste ore per identificare colpevoli e carnefici di una stagione che di certo no ha deluso in quanto al potenziale obiettivo finale ma che di certo avrebbe potuto avere un altro epilogo. Il Napoli in qualche modo è venuto meno nel momento in cui si è alzata la posta in palio, nel momento in cui bisognava mostrarsi ancora più forti di quanto visto fino ad un certo punto.
Paolo Condò non le manda a dire ed esprime la sua posizione in merito ad Adl
Una delle firme storiche del giornalismo italiano, attualmente editorialista, tra l’altro di Repubblica, Paolo Condò ha espresso il suo punto di vista in merito al momento particolare vissuto dalla piazza azzurra, dalla squadra, dalla società. Un gruppo di calciatori, quelli del Napoli che è insieme da molti anni e che probabilità ha raggiunto una soglia di autodistruzione abbastanza collaudata, questo il pensiero di Condò, con Spalletti che oggi deve assumersene la responsabilità.
Secondo Paolo Condò a questo punto bisogna salvaguardare la propria posizione, proteggere quel terzo posto da eventuali insidie, poi rifondare il tutto. De Laurentiis, secondo il giornalista dovrebbe credere in Spalletti, affidargli in qualche modo la ricostruzione del parco calciatori, modellare la squadra, darle una nuova identità. Tutto questo sperando che il patron resisti alla sua fama, sempre più consolidata di Conte Ugolino con i suoi allenatori, divorati uno dopo l’altro per un motivo o per un altro. Il Napoli avrebbe insomma bisogno d’altro.