C’è una svolta nella trattativa per il rinnovo del contratto di Koulibaly: ormai ci sono pochi dubbi sull’esito delle negoziazioni.
In un mare di incertezze, è sempre bello poter contare su capisaldi e pilastri irremovibili, depositari del vero spirito del club: Kalidou Koulibaly rispecchia alla perfezione questa definizione e il Napoli sa benissimo quanto sarebbe importante blindarlo per farne una bandiera non solo tecnica, ma anche carismatica, una guida per i più giovani e meno esperti. Quel contratto in scadenza il 30 giugno 2023 è lì, in attesa di un rinnovo che non si è ancora concretizzato ma che sembra proprio destinato a verificarsi, almeno stando alle ultime indiscrezioni riportate da ‘la Repubblica’.
Il rinnovo del centrale difensivo senegalese è ai primissimi posti nell’agenda azzurra, uno dei passi da compiere per traghettare al meglio la squadra verso una nuova era che non avrà più Lorenzo Insigne tra i suoi leader: proprio l’addio dell’attuale capitano offrirà a De Laurentiis un ‘assist’ niente male, con la chiara possibilità di affidare la fascia a Koulibaly che peraltro sarebbe molto intrigato dall’idea di poter chiudere la carriera a Napoli. Per l’ex Genk, De Laurentiis sarebbe propenso a fare un’eccezione in merito al tetto ingaggi offrendo uno stipendio di 5 milioni annui, dimostrazione limpida della forte stima nutrita nei confronti di un campione ormai legatosi a doppio filo alla causa partenopea.
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Koulibaly ‘vede’ il rinnovo: punto fermo e leader del nuovo Napoli
Insomma, Koulibaly non lascia ma raddoppia: rinnovo e fascia da capitano sono lì, pronti ad essere raggiunti, per la gioia della tifoseria che in lui vede l’uomo giusto da cui ripartire. Il matrimonio – sancito nel 2014 a metà del biennio con Rafa Benitez in panchina – è così destinato a continuare con un surplus di rilievo che suggellerebbe questa lunga permanenza ad altissimi livelli del senegalese nel migliore dei modi. Uno scenario impronosticabile quando, nel maggio di otto anni fa, Koulibaly venne acquistato per la modica cifra di 8 milioni di euro tra lo scetticismo generale di chi non lo riteneva adatto al contesto della Serie A: giudizio, col senno di poi, mai così errato e per nulla lungimirante.