Dries Mertens entra e spacca la partita: il suo ingresso in Napoli-Udinese ha rivoluzionato la formazione azzurra, ecco i grafici.
Non vi è dubbio che l’ingresso di Dries Mertens nel secondo tempo di Napoli-Udinese abbia cambiato la partita. Spalletti non l’ha voluto ammetterlo apertamente, facendo un discorso più ampio e complimentandosi non solo con l’attaccante belga ma con tutto il gruppo squadra.
La verità, però, è che il numero 14 ha rotto gli schemi, dando molta più imprevidibilità alla manovra offensiva. Dries si è posizionato tra le linee, lì dove fa più male alle difese avversarie. Entrato al posto di un impalpabile Fabian, Mertens ha determinato il cambio modulo: la chiave della vittoria del Napoli sta proprio nel sistema di gioco utilizzato nella seconda frazione.
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Spalletti aveva annunciato in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Udinese che avrebbe utilizzato il 4-3-3. Un sistema di gioco che ha portato la fortuna della formazione azzurra contro il Verona, nonostante l’esclusione di Zielinski. Il polacco è partito dalla panchina anche contro i bianconeri, confermando un periodo difficile della sua stagione.
Fabian, Anguissa e Lobotka a centrocampo hanno avuto qualche difficoltà in fase di copertura. Ma nella seconda frazione di gioco, con l’entrata di Mertens, il Napoli ha cambiato modulo passando al 4-2-3-1, come è facilmente visibile dal grafico pubblicato dalla Lega Serie A.
In realtà, in fase di possesso palla, la squadra azzurra è quasi passata al 4-2-4, con Mertens e Osimhen molto vicini tra loro e le ali larghe ad aprire la difesa dell’Udinese. Al contrario, con il possesso di palla agli avversari, il bomber nigeriano è rimasto sempre molto alto per non far alzare troppo i difensori e scappare per un eventuale in contropiede. Una costante del Napoli di Spalletti.
Così, quando gli azzurri non avevano il pallone tra i piedi, si sono posizionati in campo con il 4-2-3-1, fino a quando nei minuti finali non si è trasformato in un 4-5-1. Addirittura, con l’ingresso di Elmas, il centrocampo è diventato molto più compatto.
Dunque, dopo 30 giornate il mister conferma di saper leggere le partite e saper rimediare agli errori. Il suo Napoli è un camaleonte: una caratteristica che potrebbe portare lontano questo gruppo.
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