L’ultima stagione napoletana di Insigne offre un dato che riflette le difficoltà incontrate sul terreno di gioco dal capitano.
Finora potremmo definire ‘interlocutoria’ l’ultima stagione a Napoli di Lorenzo Insigne: Coppa Italia a parte, gli azzurri sono ancora in piena corsa nelle altre competizioni ma, del capitano, si è parlato soprattutto per motivi riguardanti il calciomercato e non per meriti tecnici mostrati sul campo. A certificare questa difficoltà vi è un dato emblematico, retaggio forse della tormentata trattativa di rinnovo col club non andata a buon fine.
Come riportato dall’agenzia specializzata Opta, Insigne è l’attaccante di Serie A col maggiore minutaggio (1443 minuti giocati) a non aver ancora segnato su azione: tutte e 6 le reti sono infatti arrivate dal dischetto, nelle sfide contro Venezia, Cagliari e Bologna (doppietta) del girone d’andata, e contro Salernitana e Inter in quello di ritorno. L’ultimo goal su azione in campionato risale ormai all’11 maggio 2021, quasi 300 giorni fa, nel 5-0 rifilato all’Udinese nella passata stagione.
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Insigne e il rapporto coi rigori: non è sempre ‘rose e fiori’
Se invece prendiamo in considerazione tutte le competizioni, Insigne un goal su azione in questa stagione l’ha realizzato ma in Europa League: lo straordinario tiro valso il momentaneo 1-0 nel 3-0 contro il Legia Varsavia nel girone, utile per sbloccare una partita complicatasi più del previsto. I calci di rigore, però, non hanno sempre portato fortuna a Insigne, considerato che sui 9 tentativi totali ci sono stati ben 3 errori: uno calciato sopra la traversa col Venezia e due parati dai portieri avversari, Dragowski della Fiorentina e Milinkovic-Savic del Torino. Come disse Roberto Baggio, “i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”: e a tal proposito, a Insigne, non si può obiettare nulla.