Hugo Maradona è stato stroncato da un infarto a soli 52 anni: in gioventù sfidò il fratello Diego al ‘San Paolo’ con la maglia dell’Ascoli.
A poco più di un anno di distanza, la famiglia Maradona è sopraffatta da un altro lutto: dopo Diego, scomparso il 25 novembre 2020, nella giornata di oggi è venuto a mancare il fratello Hugo, stroncato da un arresto cardiaco nella sua abitazione in zona Flegrea a Monte di Procida, provincia di Napoli. Un triste destino per uno dei due fratelli minori del ‘Pibe de Oro’, che in Italia si era ormai trapiantato dopo una carriera tutt’altro che eccezionale, con i maggiori frutti ottenuti nei sei anni trascorsi in Giappone.
In Italia, oltre che per una brevissima esperienza al Napoli (dove arrivò su ‘suggerimento’ di Diego), non lasciò grandi ricordi: gli azzurri lo cedettero in prestito all’Ascoli, e proprio con la maglia bianconera ebbe modo di affrontare il fratello maggiore nel suggestivo scenario del ‘San Paolo’. La partita di riferimento è quella disputata il 20 settembre 1987, valida per la seconda giornata della Serie A 1987/88: il Napoli vinse col risultato di 2-1 e a nulla valse, per i marchigiani, l’ingresso in campo di Hugo poco prima dell’ora di gioco. Il capoluogo partenopeo si trovò però di fronte a due esponenti della famiglia Maradona, circostanza che in seguito non si sarebbe più ripetuta.
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La parabola di Hugo Maradona: quando Diego disse che era più forte di lui
E pensare che di Hugo Maradona si diceva un gran bene, almeno a sentire le parole di Diego che spinse per l’acquisto del fratello da parte del Napoli, garantendo sulle sue qualità di funambolo mostrate ai Mondiali Under 16 del 1985 con l’Argentina. Fu proprio dopo una gara col Congo, in cui Hugo mise a segno una bella doppietta, che Diego si lasciò andare ad un’affermazione forte: “Vedrete che diventerà più forte di me“. Parole che però non hanno mai trovato conferma, smentite dallo scarso rendimento di Hugo che nel 1988 farà le valigie per trasferirsi in Spagna al Rayo Vallecano: la dimostrazione che anche i migliori, a volte, possono sbagliare.