Napoli, il disagio di Rrahmani: la sindrome che ha colpito il centrale

Il pareggio del Napoli contro il Verona ha evidenziato il disagio di Rrahmani: la sindrome di cui soffre il centrale

Amir Rrahmani Napoli
Il centrale del Napoli Amir Rrahmani (LaPresse)

Il mezzo passo falso contro il Verona non ha permesso al Napoli di approfittarne del pareggio del Milan nel Derby. Azzurri e rossoneri, così, vanno ancora a braccetto in testa alla classifica, e tra due settimane toccherà ai partenopei sfidare l’Inter a San Siro.

Il Napoli non è andato oltre l’1-1 ed è tornato ad incassare reti dopo oltre un mese; l’ultima volta, infatti, fu per mano di Martinez Quarta lo scorso 3 ottobre, nella trasferta di Firenze (successo in rimonta per 2-1). E’ stata la prima volta senza Kalidou Koulibaly al centro della difesa e la coppia centrale formata da Rrahmani e Juan Jesus ha tenuto botta pur mostrando qualche criticità.

Il brasiliano ha mostrato tutta la sua solidità e bontà; sicuro e sempre preciso, bravo negli anticipi e nelle chiusure, il numero 5 ha disputato una gara davvero ottima, davvero una buona notizia in vista di gennaio, quando l’alfiere senegalese andrà a disputare la Coppa d’Africa (al pari di Anguissa, Ounas ed Osimhen).

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Napoli, Rrahmani non ha convinto senza Koulibaly: l’esortazione di Spalletti

Kalidou Koulibaly Napoli Rrahmani
Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly (LaPresse)

La prestazione di Amir Rrahmani, invece, non ha affatto convinto. Il centrale kosovaro, impeccabile ed inappuntabile da quando ha scalzato Manolas tra i titolari, ieri ha accusato qualche defaillance di troppo.

Distratto ed allegro nella marcatura su Simeone in occasione della rete scaligera, Rrahmani ha dato l’impressione di non essere a suo agio, quasi preoccupato nel giocare accanto a Juan Jesus e senza l’ombra del gigante buono Kalidou. Una sorta di sindrome di abbandono da parte del kosovaro che, forse, deve solo oliare i meccanismi con il brasiliano e far crescere l’intesa.

Lo stesso Spalletti, poi, nel post partita – nel definirli attenti e forti fisicamente nonché difficili da attaccare – ha voluto bacchettare un po’ i suoi centrali, ammettendo come serva “più qualità nella costruzione quando bisogna fare la partita” esortandoli ad impostare dal basso, perché “bisogna iniziare l’azione con i centrali se i mediani sono pressati dagli avversari“.

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