Tra i temi trattati da Luciano Spalletti in conferenza stampa c’è anche quello del VAR a chiamata per gli allenatori.
L’ultima giornata di campionato ci ha lasciato in dote le polemiche per la gestione del VAR in merito a due episodi molto simili, ma trattati in maniera diversa: in Inter-Juventus, Mariani è stato richiamato da Guida alla revisione del contatto tra Dumfries e Alex Sandro, mentre in Roma-Napoli nulla di tutto ciò è accaduto quando il piede di Viña ha ‘pizzicato’ la caviglia di Anguissa.
C’è chi parla di ‘chiamata giusta’ e chi di vera e propria ‘moviola in campo’, dunque non in sintonia con l’originario scopo pensato per il VAR che deve intervenire solo in caso di chiaro ed evidente errore non rilevato dal direttore di gara: una soluzione più ‘equa’ potrebbe essere rappresentata dalla possibilità, per gli allenatori, di richiedere l’intervento della tecnologia nelle situazioni in cui lo ritengono più adatto, un po’ come accade in altri sport come il tennis con l’Hawk-Eye ad esempio.
Di questo ha avuto modo di parlare Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia di Napoli-Bologna, proponendo anche l’introduzione di una figura diversa all’interno delle società: “Il VAR a chiamata? Sembra interessante ma non ho letto molto. I club dovrebbero poi attrezzarsi con un ex arbitro o assistente, così da apprendere qualcosa e capire quale sarebbe il momento giusto per fare la chiamata”.
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Spalletti dice sì al ‘nuovo’ VAR, ma col criterio giusto
Il pensiero di Spalletti è chiaro e coincide con la scelta oculata di una figura esperta, che sappia individuare l’episodio di campo giusto per non sprecare la chiamata al VAR: “Se a decidere siamo noi è come le sostituzioni, se la chiamata non viene sfruttata e chi ce lo dice che sia giusta. Se chiamo su Anguissa e non me lo danno e subito dopo ce n’è un altro? Serve un professionista del settore“.