Domenica saranno avversari, ma Rocco Commisso e Aurelio De Laurentiis possono dire di avere la stessa visione su un tema ‘caldo’.
La comunicazione dei dati di bilancio da parte di Juventus e Inter ha alzato un polverone sul calcio italiano: due dei club più in vista hanno fatto registrare perdite per un valore superiore ai 200 milioni di euro, risultato inevitabile dell’enorme contrazione dei ricavi scaturita dalla situazione d’emergenza pandemica; nel caso dei nerazzurri, il -245,6 rappresenta il passivo più grande della storia per una società italiana e le pesanti difficoltà finanziarie incontrate dalla proprietà cinese non hanno fatto che amplificare la portata del problema.
Uno scenario inconcepibile per chi, come Fiorentina e Napoli (attese dallo scontro del ‘Franchi’), può vantare dei conti in salute, all’insegna della piena sostenibilità economica: Rocco Commisso e Aurelio De Laurentiis fanno di questo aspetto il cardine della loro presidenza, e le parole rilasciate al sito ufficiale del club viola dall’imprenditore italo-americano non fanno altro che confermare la stessa lunghezza d’onda sulla quale entrambi viaggiano ormai da tempo. Queste le sue parole: “La pandemia è stata un problema per tutti. La Fiorentina non ha mai rischiato di fallire e quando c’è stato bisogno di soldi li abbiamo messi, a differenza di altri. Molte società non avevano i bilanci a posto e questo non è giusto. Va bene controllare un’azione al VAR, ma servono anche i controlli finanziari. Queste squadre non hanno ricevuto le giuste penalizzazioni, la giustizia è uguale per tutti”.
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Commisso come De Laurentiis: un anno fa la proposta del patron azzurro
Lo ‘sfogo’ di Commisso ricorda molto la proposta avanzata da De Laurentiis un anno fa, quando aprì alle penalizzazioni in classifica per le squadre indebitate: “Si potrebbe far cominciare il campionato con dei punti in meno, proporzionalmente al numero di milioni accumulati. Diciamo, un punto in meno per ogni 10 milioni di rosso”. Una soluzione drastica e che quasi sicuramente incontrerebbe tantissimi ostacoli verso la sua introduzione, posti proprio da quelle società per cui la sanità del bilancio resta un miraggio.