La sconfitta con lo Spartak può essere “indolore”, ma a patto di scacciare via alcuni fantasmi del passato. Su cosa deve lavorare Spalletti adesso?
Un passo falso che non ci voleva, ma che prima o poi doveva arrivare. E alla fine, tutto sommato, va anche bene che sia capitato in Europa League. Il girone si sta sviluppando nella maniera più inattesa, col Legia Varsavia a punteggio pieno e il Leicester ultimo insieme al Napoli.
Ma proprio con i non irresistibili polacchi il Napoli può dare una svolta e prendersi la vetta nella doppia sfida prevista fra il 21 ottobre e il 4 novembre. Lì ci si gioca una buona fetta di qualificazione e di primo posto, che quest’anno è importante perché consente il passaggio diretto agli ottavi e quindi due partite in meno. Perdere così, in casa contro una squadra che prima del Maradona era in netta crisi, brucia sicuramente tanto, anche perché una vittoria avrebbe messo il gruppo europeo in netta discesa per gli azzurri.
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Napoli-Spartak, che recriminazioni
Ma c’è da recriminare sull’ingenuità di Mario Rui, sulle amnesie difensive e sì, perché no, anche sull’arbitraggio discutibile. Ma soprattutto c’è da interrogarsi su quella leggerezza dopo il vantaggio, quando il Napoli poteva segnare almeno un’altra rete e chiuderla lì. Non l’ha fatto, tirando di nuovo fuori fantasmi di un passato che si sperava potesse non tornare più.
Per questo, soprattutto per questo, la sconfitta brucia tanto: di certo Spalletti è pronto a lavorare su questo aspetto mentale, da sempre il grande limite di questo gruppo, per far sì che non accada mai più.