Osimhen 2.0, il ‘mostro’ creato da Spalletti: tre skill che ha già migliorato

Le prime giornate di campionato ci hanno consegnato un Osimhen diverso: ora il nigeriano è un attaccante più completo.

Osimhen Napoli Cagliari
La rete di Osimhen in Napoli-Cagliari (Getty Images)

Voti altissimi, tra il 7 e l’8, per evidenziare l’ennesima grande prestazione che sa di conferma: i giornali odierni sono tutti concordi nel ritenere Victor Osimhen il migliore in campo di Napoli-Cagliari e, a giudicare da come è andata, non potrebbe essere altrimenti. Il nigeriano ha messo lo zampino in entrambe le reti azzurre: la prima l’ha siglata direttamente lui, mentre il rigore trasformato da Insigne (alla 400esima presenza col Napoli) per il raddoppio è il risultato di un’azione che lo ha visto subire fallo da un disorientato Godin, messo in estrema difficoltà dalle giocate ad elevata velocità del bomber partenopeo.

Il goal dell’1-0 è un condensato dei miglioramenti fatti registrare da Osimhen in questi mesi trascorsi a lavorare con Luciano Spalletti, un maestro per quanto riguarda la maturazione delle punte: attacco alla porta deciso che ha sorpreso Walukiewicz, preso d’infilata con un movimento che farebbe sudare freddo qualsiasi difensore. Non solo la bravura nella profondità e in campo aperto dunque, ma anche un perfezionamento della capacità di cogliere di sorpresa e risultare letale negli ultimi metri: tutti miglioramenti che, se affinati ulteriormente, faranno di Osimhen uno degli attaccanti più completi e – purtroppo per il Napoli – ricercati d’Europa.

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6 reti in 4 partite: Osimhen non vuole fermarsi più

Osimhen Napoli
Osimhen Napoli (Getty Images)

L’avvio ‘horror’ con annessa espulsione in Napoli-Venezia è ormai dimenticato per Osimhen che, in soli dieci giorni, ha messo a referto sei reti distribuite in quattro partite: dalla trasferta di Leicester in Europa League non si è più fermato, iscrivendo il suo nome sul tabellino dei marcatori nelle successive tre uscite di campionato contro Udinese, Sampdoria e, appunto, Cagliari. Uno stato di grazia che ricorda quello mostrato nella fase conclusiva della passata stagione, quando si è preso con decisione il posto da titolare che gli infortuni e la positività al Covid-19 gli avevano tolto: per Mertens, superato nelle gerarchie interne, si prospetta un compito durissimo.

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