Il Napoli di Spalletti vince anche a Genova e dimostra di essere una squadra davvero impressionante: e ora? Cosa succede?
Lo Zenit, e non inteso come l’unica squadra con cui Luciano Spalletti ha vinto uno scudetto ma inteso proprio nel senso originario del termine, quello di apice. Già, perché dopo soli tre mesi di cura Spalletti questo Napoli sembra aver già raggiunto il suo apice, anche perché è difficile immaginare una squadra che giochi meglio di così. Peculiarità dell’allenatore toscano, che anche con la sua prima Inter ad esempio partì a razzo, ma forse neanche lì aveva una tale completezza della rosa, nelle soluzioni sia in campo che in panchina. Contro la Sampdoria è un successo che bissa quello con l’Udinese – un doppio 0-4 da incorniciare – ma in maniera anche più convincente, perché arriva contro una squadra che, statistiche alla mano, se l’è giocata quasi alla pari con gli scatenati azzurri.
D’Aversa al termine di Samp-Napoli: “Abbiamo giocato bene”. Aveva ragione!
L’ha detto D’Aversa a fine partita, che la Sampdoria aveva tenuto testa al Napoli, e l’hanno preso tutti per pazzo visto il risultato finale. Invece è stato proprio così: non è stata la Samp a giocar male ma il Napoli a giocare fin troppo bene, finalizzando le azioni avute con fame e cattiveria e arrivando sottoporta con una semplicità impressionante e con un ventaglio di soluzioni che farebbero invidia a qualsiasi altro allenatore. Insomma, un Napoli bello da impazzire che dà l’impressione di essere brillante e in fiducia e che lo sarà ancora a lungo. Ora bisogna continuare così, accumulare più punti possibili senza guardarsi alle spalle. Lo zenit, come tutte le parabole, prima o poi inizia il tragitto discendente, e lì magari Spalletti potrà tirare una riga e guardarsi indietro, e magari se tutto va bene potrà trovare il vuoto alle sue spalle.