La squalifica di due giornate non è andata giù a Maurizio Sarri, pronto a portare in tribunale l’arbitro di Milan-Lazio, Daniele Chiffi.
Il finale concitato di Milan-Lazio è destinato a lasciare strascichi: a farne le spese è stato Maurizio Sarri, espulso dall’arbitro Daniele Chiffi subito dopo il triplice fischio per un battibecco a distanza che il tecnico ha avuto col rossonero Alexis Saelemaekers. Alla vista del cartellino, Sarri si è lasciato andare ad uno sfogo che il direttore di gara ha riportato nel suo referto post-partita, decisivo per far sì che il Giudice Sportivo comminasse la squalifica di due turni, di cui uno già scontato contro il Cagliari.
Il classe 1959 non sarà seduto in panchina nemmeno in Torino-Lazio, alla luce della decisione della Corte Sportiva d’Appello di respingere il ricorso presentato dalla società biancoceleste: confermate le due giornate di stop dunque, anche se Sarri sembra essere determinato ad andare fino in fondo a questa storia. Come riportato dal ‘Corriere dello Sport’, l’intenzione dell’ex allenatore della Juventus sarebbe quella di adire le vie legali nei confronti di Chiffi, tramite una querela per presunta diffamazione.
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Sarri e la querela all’arbitro: perché è difficile che ciò possa accadere
Le intenzioni però spesso non coincidono con il regolamento, in questo caso della FIGC che vieta ai suoi tesserati di ricorrere alla giustizia ordinaria per risolvere delle controversie: Sarri avrebbe bisogno di una speciale deroga alla clausola compromissoria per poter procedere, ipotesi al momento molto lontana dall’essere realizzata. Una concessione del genere, infatti, creerebbe un pericoloso precedente in grado di stravolgere il sistema calcistico dal punto di vista giuridico: con ogni probabilità, quindi, Sarri dovrà rinunciare all’idea di querelare Chiffi.