Il turnover in casa Napoli funziona eccome: il dettaglio che rende i partenopei unici n questo inizio di stagione in Serie A
Il Napoli primo in classifica ha molti segreti; un primato in solitaria nato soprattutto dal gran lavoro di Luciano Spalletti, soddisfatto della rosa fin dal primo giorno di ritiro, come ha più volte ripetuto anche alla stampa.
Il gruppo è forte così ha ripetuto come un mantra ed il primo mese di campionato gli sta dando ragione. Azzurri imbattuti, quattro vittorie su quattro in Serie A, il pareggio a Leicester in rimonta peraltro nell’esordio in Europa League.
Una rosa difesa a spada tratta dall’allenatore di Certaldo che ha minacciato anche di incatenarsi fuori i cancelli del Centro Sportivo in caso di qualche cessione dolorosa. E quindi si è puntato a confermare tutti, con partenze bloccate anche per Ounas e Petagna e due soli puntelli a rimpinguare i reparti scarni proprio dal punto di vista numerico.
LEGGI ANCHE >>> Il trequartista “atipico” di Spalletti: tutte le soluzioni provate finora
Napoli, tutti i calciatori impiegati: il trionfo del turnover
I fatti, come abbiamo detto, stanno dando ampiamente ragione a Spalletti e lo stesso tecnico ha voluto indirettamente confermare il suo pensiero nelle prime quattro giornate di campionato.
Il tecnico, infatti, ha utilizzato il turn over ad ampie mani e tutti i calciatori in rosa – compreso Gaetano, poi partito nelle ultime ore del calciomercato estivo – sono scesi in campo. Ancora a zero minuti solo il terzo portiere Marfella e gli indisponibili di lungo corso, Ghoulam, Demme e Mertens.
Un segnale indicativo di come il tecnico tenga in considerazione tutti i calciatori dell’organico regalando loro una chance; ultimo a debuttare il giovane Zanoli, ieri sera a gara ampiamente chiusa. poco più di 5′ che il giovane classe 2000 ricorderà a lungo, fermo restando come anche il giovane talento della primavera tornerà utile nelle prossime settimane, perché prospetto interessante.
Sembrano davvero lontani i tempi in cui la panchina del Napoli, corta e con poca qualità, era un handicap; gli azzurri, ora, sono davvero al livello dei principali top club.