In Leicester-Napoli l’esperimento proposto da Luciano Spalletti non ha funzionato: gli anelli deboli per gli azzurri nella partita
Il Napoli ha strappato un pareggio a Leicester che porta con sé tanti rammarichi. Se da un lato, infatti, il gol del 2-2 è arrivato nei minuti finali, partendo da una situazione di doppio svantaggio, dall’altro è innegabile affermare come gli azzurri avrebbero potuto raccogliere molto di più. Spreconi quasi fino all’inverosimile al King Power Stadium, con tante occasioni sfumate sotto porta che hanno mandato su tutte le furie Spalletti, scatenato a bordo campo.
Osimhen sugli scudi è stato certamente la nota più positiva ieri, almeno nel secondo tempo, così come i cambi che hanno trasformato la squadra azzurra. Il tecnico è stato nuovamente decisivo nella lettura della partita e nel cambiare a gara in corso ma alcune scelte iniziali nel suo mini turn over non hanno proprio convinto.
Ed è impossibile non soffermarci sulla questione terzini, con Di Lorenzo e Malcuit decisamente da rivedere nei ruoli schierati.
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Napoli, Di Lorenzo e Malcuit da rivedere
Nell’ottica del turn over e, forse per provare qualche soluzione alternativa in attesa del rientro di Ghoulam, Spalletti ha puntato su Di Lorenzo a sinistra, ruolo già masticato in passato dal cursore della nazionale. Malcuit, invece, è stato schierato nel suo ruolo naturale a destra, dopo i pochi minuti giocati sulla corsia mancina nel finale della gara contro la Juve.
Di Lorenzo, schierato a sinistra, ha mostrato tutti i suoi limiti; poca spinta, con aiuto alla fase offensiva pressocché inesistente ed il fardello del primo gol incassato sulle sue spalle, con l’errore nel lasciare da solo sulla fascia l’esterno degli inglesi. Certo, aveva tutte le attenuanti del caso, ma sembra proprio che l’esperimento sia da considerare non positivo.
Anche Malcuit, sulla sua fascia di competenza, non ha convinto appieno. Il terzino francese ha le sue responsabilità in occasione del raddoppio del Leicester ed in fase difensiva ha pagato qualcosa; non tutto da buttare, però, nella sua prova. Dal punto di vista offensivo ha impegnato Bertrand in più di un’occasione e la sua velocità è stata determinante, nel secondo tempo, in più di un’occasione nelle ripartenze veloci degli inglesi con il Napoli all’attacco.