Dal veterano Kalidou Koulibaly fino all’ultimo arrivato Frank Anguissa, il Napoli parla francese. Chi sono gli azzurri francofoni
Il Napoli che ha steso la Juventus ieri ha una forte matrice francofona. E’ un po’ la direzione che ha preso la squadra partenopea soprattutto in questa stagione, con il ritorno alla base di Kévin Malcuit ed Adam Ounas oltre all’acquisto di Frank André Zambo Anguissa.
La squadra partenopea ieri ha chiuso con quattro calciatori francofoni in campo, la lingua dominante negli undici; Koulibaly e Malcuit in difesa, poi Anguissa ed Ounas tra centrocampo e trequarti. Indisponibili, poi, Ghoulam e lo stesso Dries Mertens, di Lovanio, quindi provincia fiamminga ma che il francese lo conosce benissimo e lo parla correntemente come tutti i belgi.
Un cambio di strategia arrivato gradualmente negli ultimi anni, con il pescare a piene mani da Paesi nordafricani, una strategia acuita proprio nelle ultime stagioni. A questi, va aggiunto anche Osimhen, che non rientra in questa speciale sezione perché nigeriano, lì dove la lingua ufficiale è l’inglese.
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Napoli francofono: la dominazione francese nell’800
I leader assoluti sono chiaramente Mertens e Koulibaly, i senatori del club e punti di riferimento assoluti della squadra. Accanto a loro le nuove leve, non ultimo Anguissa che si è integrato benissimo, anche per l’idioma parlato nello spogliatoio.
Quattro in campo ieri, potenzialmente sei tutti insieme quando rientreranno Ghoulam e Mertens, per il forte rischio di sentire “gagner” anziché vincere in campo tra i calciatori azzurri. Poco o male, d’altronde la lingua del calcio è universale ed i francesi sono pur sempre i Campioni del mondo in carica.
A Napoli, d’altronde, non può certo essere una novità sentire la lingua francese; storico, infatti, il Decennio francese (1806-1815) che dominò all’ombra del Vesuvio e nell’Italia meridionale durante il Regno di Napoli. La lingua napoletana, d’altronde, ancor’oggi ha forti inflessioni francesi (e spagnole naturalmente). E allora, sembra quasi un ritorno al passato, per guarda al futuro con ottimismo.