Dal sogno Real Madrid all’esclusione dalla Spagna di Luis Enrique: cos’è successo a Fabian Ruiz, in questi tre anni di Napoli?
Trenta milioni di euro sborsati senza batter ciglio nell’estate del 2018. Il Napoli non ebbe alcun dubbio e decise di puntare forte su una delle rivelazioni più interessanti della Liga 2017-2018. Fabian Ruiz doveva essere il volto nuovo della next-gen azzurra, quella del passaggio da Sarri ad Ancelotti e della gentrificazione sportiva del progetto Napoli. Invece, tre anni più tardi, il quadro appare completamente diverso. Lo spagnolo resta ancora un’enigma da risolvere del tutto, vittima di un’involuzione che i dati, però, non mostrano.
Nel suo primo anno con Ancelotti (il più positivo della sua esperienza in azzurro), Fabian ha messo a referto 7 gol e 3 assist in 40 presenze stagionali, rappresentando quasi l’arma segreta del Napoli-liquido, targato il tecnico di Reggiolo. Complice un posizionamento maggiormente prossimo alla porta avversaria, le statistiche dello spagnolo raccontavano un’incidenza maggiore nel terzo finale del campo, nonché una maggiore partecipazione alla manovra offensiva.
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Insomma, il Fabian Ruiz che aveva fatto svegliare le grandi di Spagna, dominando l’Europeo Under 21 del 2019 e cominciando alla grande la stagione successiva con gli azzurri, prima del noto ammutinamento. Real Madrid e Barcellona sembravano pronte a non badare a spese per il wonderkid spagnolo, poi il Covid e il calvario progettuale del Napoli hanno fatto il resto.
Eppure, le statistiche non mostrano cali drastici di rendimento. Nei suoi tre anni di Napoli, lo spagnolo galleggia su valori tutto sommato costanti: precisione passaggi, tocchi nella metà campo offensiva, partecipazione alla fase difensiva (giusto per citarne alcuni). Tutti indici che non raccontano un calo di appeal così sensibile, come quello sofferto da Fabian Ruiz nel corso dei suoi tre anni azzurri.
Gli unici dati a registrare un calo significativo sono quelli legati all’incidenza offensiva dello spagnolo, negli ultimi trenta metri. Un calo che si spiega facilmente con l’arretramento dell’ex Betis sulla linea mediana e con la girandola di ruoli in cui Ancelotti e Gattuso hanno gettato spesso Fabian. Poi è chiaro: anche il calciatore c’ha messo del suo. Prestazioni opache, grigie e sottotono sono state alla base delle ultime due stagioni in azzurro, intervallate da grandi prove e qualche gol tanto spettacolare quanto pesante.
Una serie di fattori che sono costati a Fabian Ruiz l’esclusione dalla Spagna di Luis Enrique, che ha preferito lasciare a casa il napoletano, reduce anche da un’esperienza all’Europeo tutt’altro che esaltante. Adesso, per ritrovare la Nazionale e l’interesse delle big di Spagna, l’ex Betis dovrà prima di tutto ritrovare sé stesso. Spalletti può rappresentare un passaggio importante per la carriera di Fabian, uomo che può stabilizzare il suo rendimento e riportarlo alle aspettative dell’estate del 2018.
Anche perché la carta di identità recita 25 anni (26 il prossimo anno). Ed sarebbe giunto il momento di capire se Fabian Ruiz sia realmente un calciatore da nobile spagnola, o semplicemente un buon centrocampista. A questa stagione, l’ardua sentenza.
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