C’è una parola in napoletano che Spalletti ha imparato benissimo in poche settimane. Il feeling con la piazza è già al top.
“Nu poco e cazzimma s’ha da tené”. L’ha detto a Dimaro, l’ha ridetto al termine di Napoli-Venezia a Ciro Ferrara su DAZN. Luciano Spalletti sembra aver già assimilato bene il concetto di cazzimma e, da allenatore esperto qual è, ha intuito subito che in realtà è quella la skill che veramente manca a questa squadra.
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La parola in napoletano che piace a Spalletti
Neanche a volerlo, pronti-via c’è stata subito l’occasione per tirarla fuori, questa benedetta skill. Col Venezia il Napoli parte forte ma poi si ferma col rosso, quello rifilato a Osimhen dall’arbitro Aureliano. Ma lì, in realtà, la cazzimma è più dell’avversario, quella del 9 azzurro è solo un’enorme ingenuità. Poi però il Napoli si assesta, trova il bandolo della matassa anche in 10 e nella ripresa ha tre mega occasioni per chiuderla.
Huevos e cazzima: così sognare si può
La prima la manda Insigne in curva su rigore. Una batosta che abbatterebbe un toro ma non il capitano, che la cazzimma l’ha cercata per un’intera carriera e ora sembra davvero averla trovata. Secondo rigore, Insigne coraggioso torna sul dischetto e stavolta non sbaglia. Freddo e lucido, come un killer. E se vogliamo il killer istinct è un po’ come la cazzimma ed è quello che tira fuori il Napoli per chiudere una gara complicata. Lozano azzanna la gara e si fionda su quel pallone impostato da Insigne – sempre lui – Elmas la va a chiudere trovando l’angolino. Spietato, anche lui, come non lo era mai stato. E che dire: se il Napoli è questo qui di sicuro ci si può divertire, ma forse finalmente si può provare a centrare l’obiettivo. Questione di cazzimma, sì, ma più semplicemente di cattiveria agonistica. O, se permettete, questione di huevos.