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Perché Insigne non può avere lo stesso ingaggio di Mertens

Nelle discussioni per il rinnovo di Insigne c’è sempre il “fantasma” dell’ingaggio di Mertens, ma la spiegazione è molto semplice

Insigne e Mertens (Getty Images)

A Insigne vogliono abbassare lo stipendio mentre Mertens guadagnerà sempre la stessa cifra. Questo è un po’ il refrain che ascoltiamo ogni giorno, quando si discute del complicatissimo rinnovo di Lorenzo Insigne. “Perché Insigne non può guadagnare quanto Mertens?”: questa è la domanda che si fanno i tifosi quando si parla di una proposta al ribasso per il capitano azzurro. Domanda lecita, anche legittima, che ha una spiegazione che parte molto da lontano.

Chiariamoci subito: il rinnovo di Insigne per chi vi scrive è una priorità assoluta, è una situazione da definire nel migliore dei modi e dando il massimo riconoscimento a un ragazzo che è il simbolo del Napoli e che quest’estate ha portato la città di Napoli sul tetto d’Europa, contribuendo in maniera fondamentale alla conquista dell’Europeo. Il capitano azzurro meriterebbe di chiudere la carriera con la stessa maglia e che gli sia riconosciuto ciò che merita. Ma la situazione è parecchio intricata: proviamo a raccontarla a 360 gradi.

Le cifre del rinnovo di Insigne e il fantasma dello stipendio di Mertens

Insigne e Mertens (Getty Images)

Spesso e volentieri in certi casi non è neppure tanto una questione di soldi, quanto di prestigio e di importanza nello spogliatoio. È naturale che Insigne, capitano e leader tecnico indiscusso, non possa mai accettare di guadagnare meno di un calciatore che ha sì fatto la storia del Napoli ma che attualmente non è neppure titolare indiscusso. E da qui parte la percezione che, in effetti, è impensabile proporre al numero 24 una riduzione dell’ingaggio se Mertens continua a guadagnare più di lui, senza considerare la possibilità di guadagnare molto di più da giugno in poi, andandosene a zero euro. Prospettiva condivisibile, dal punto di vista di un calciatore, ma che su un piano aziendale va rivista un attimo.

La riduzione del monte ingaggi va vista su più anni, non su uno solo

Volendo ragionare come l’azienda, infatti, la questione va presa con una lungimiranza diversa. Mertens prenderà 4,5 netti, questo è vero, ma li prenderà fino al prossimo giugno, poi dovrà ridiscuterli (al ribasso, ça va sans dire) o svincolarsi anche lui. Idem Koulibaly, il cui contratto da 6 milioni l’anno scade nel 2023 e sarebbe già andato via, se fosse arrivata un’offerta congrua. Mertens 4,5 netti (per un anno), Koulibaly 12 netti (6 per 2 anni). Il nuovo contratto di Insigne, pur non volendo considerare un aumento di stipendio, sarebbe di 4,5 per i prossimi 4 anni. Quindi, in prospettiva, parliamo di 18 milioni netti, e sappiamo bene che al lordo sarebbero poco meno del doppio.

Il rinnovo di Insigne: perché non a fine stagione?

Insigne e Mertens (Getty Images)

Una cifra importante, nell’ottica di una riduzione dei costi fissi che il Napoli ha pianificato – ovviamente – su base pluriennale. Ecco perché forse per Insigne è auspicabile più una ‘fumata grigia’ in attesa che a fine stagione sia tutto più chiaro. I probabili addii di Ghoulam e Mertens e la possibile cessione di Koulibaly, uniti all’ipotetica qualificazione in Champions, renderebbero la situazione più fluida e forse lo stesso Insigne potrebbe accettare un rinnovo che sia sulle cifre di quello fatto la scorsa estate a Zielinski (fino a 4 milioni compresi bonus).

Così i più pagati resterebbero loro due, Zielinski e Insigne, leader tecnici e senatori della squadra, ma con un monte ingaggi decisamente più basso. Cosa che prima o poi inizieranno a fare tutte le big europee: il Napoli, sotto questo aspetto, si sta solo portando avanti col lavoro.

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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